Incidente Nomentana, l’unico ragazzo sapravvissuto torna a parlare: “Quella notte..” (2 / 2)

Dalle prime ricostruzioni, è emerso che al civico 333 di via Nomentana, quella che è associata, da diversi giorni, all’incidente mortale, corrispondente al locale DK33, si cerano recati Valerio Di Paolo, Simone Ramazzotti, Alessio Guerrieri e Giulia Scavo, mentre Flavia Troisi e Leonardo Chiapparelli si trovavano al Mood, un altro pub.

Terminata la serata, il primo gruppetto di amici, uscito dal DK33, passa davanti al Mood, caricando i ragazzi in macchina per lasciarli poco più avanti, dove Leonardo ha parcheggiato la sua auto. Nella Fiat 500, omologata per quattro, loro sono in sei, pensando di dover percorrere solo qualche centinaio di metri ed è proprio su quel breve tratto che, forse per l’eccesso di velocità, l’auto si ribaltata, per poi terminare la sua corsa contro un lampione della luce e poi contro un albero.

Un boato fortissimo, uno schianto che non lascia scampo a 5 di loro. L’unico sopravvissuto è Leonardo Chiapparelli, ad oggi ricoverato al “Sant’Andrea” della Capitale. Il giovane ha ricevuto l’agghiacciante notizia della dipartita dei suoi cinque amici tramite il padre e non riesce, comprensibilmente, a darsi pace sul fatto che loro siano morti. I familiari, tramite stampa, dicono che Leonardo sia in buona salute, definendolo un miracolato. 

Chiapparelli è stato interrogato dai Carabinieri proprio per ricostruire la dinamica della strage e, con atroce dolore e profonda sofferenza, si è trovato a ripercorrere mentalmente quella maledetta sera in cui è avvenuto lo schianto fatale. Come riportato su Repubblica.it, Leo si è salvato perché le ragazze che aveva in braccio e di fianco gli hanno fatto scudo con il corpo.

Leonardo ha dichiarato di non ricordare esattamente tutti i dettagli di quella notte e di aver sentito solo il forte botto prima di perdere i sensi. Sono stati i residenti, svegliati dal fortissimo boato, ad allertare immediatamente i soccorsi. Mentre per i cinque suoi amici non c’era più nulla da fare, per Chiapparelli le cose sono andate diversamente. Nella tragedia immane, l’unica nota positiva è che lui si sia salvato. Dopo essersi ripreso, ha lui stesso chiamato la madre, intorno alle 3:00 di notte di  venerdì 27 gennaio. In quel frangente, sentiva sia le gambe che le braccia, avvertendo solo mal di schiena per il forte colpo. Un racconto davvero tremendo, il suo.