Siamo dinnanzi ad una lieta notizia, in quanto per gli immobili concessi in comodato gratuito, è stata confermata la riduzione dell’Imu. Più nello specifico, i proprietari di seconde case potranno beneficiare di uno sconto del 50% sull’imposta, a patto che siano rispettati specifici requisiti stabiliti dalla normativa.
Esistono ovviamente dei requisiti ben precisi per la riduzione Imu, cui oggigiorno è possibile accedere attraverso gli appositi siti in materia. Ci si chiede quali siano e noi ve lo riveliamo in modo da poter usufruire di questa importante novità.
Il contratto di comodato deve essere regolarmente registrato e lo sconto si applica solo se il comodato è tra genitori e figli o tra parenti in linea retta di primo grado. L’immobile deve essere utilizzato dal comodatario come abitazione principale, l’immobile non deve appartenere alle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9), il comodante deve avere residenza e dimora abituale nello stesso comune dell’immobile concesso in comodato, il comodante deve possedere solo un altro immobile in Italia oltre alla casa principale.
Tra le novità significative, il fatto che non è più necessario inviare la dichiarazione per la riduzione dell’Imu, in caso di comodato gratuito tra parenti di primo grado, grazie all’abolizione dell’obbligo di trasmettere questo documento, ragion per cui la normativa è volta a facilitare.
La riduzione non si applica se l’immobile è di lusso, se il proprietario possiede tre o più immobili o se la prima e seconda casa si trovano in comuni differenti. Una sentenza della Corte Cassazione recentissima ha stabilito che non è possibile usufruire della riduzione Imu in caso di comodato tra comproprietari dello stesso immobile. I contribuenti devono verificare i pagamenti degli anni precedenti per evitare accertamenti, specie in situazioni di comodato tra comproprietari. Chi voglia ricevere ulteriori informazioni, può consultare bl’Agenzia delle Entrate o il proprio consulente fiscale.