Immaginate, per un solo attimo, cosa potrebbe provare un padre alla scoperta degli abusi dalla figlia di soli 18 anni. Un uomo che ama la sua “bambina” più di ogni altra cosa al mondo, ha l’istinto di non attendere i tempi burocratici lunghi della giustizia ma di farsi giustizia da solo, non credete?
Cerchiamo insieme di ricostruire l’accaduto. Miriam, un nome di fantasia che abbiamo scelto per tutelare la privacy della giovane coinvolta, si era recata ad una festa di compleanno per festeggiare la maggiore età di una sua carissima amica e compagna di liceo quando, nel percorrere il breve tratto di strada che l’avrebbe riportata a casa, attraversando una strada interna per evitare il traffico, è stata colta, all’improvviso, da un uomo che, sbucando da dietro una vettura di grossa cilindrata, lì parcheggiata, l’ha avvinghiata con una presa al braccio.
La ragazza ha cercato in tutti i modi di sottrarsi alle grinfie del suo aggressore ma quest’ultimo, un 39enne marocchino, le ha tappato la bocca, dicendole di star zitta altrimenti l’avrebbe fatta fuori. Così facendo, l’ha portata in un lungo appartato, un parco dismesso alla periferia della città, costringendola ad avere un rapporto orale con lui.
Dopo la violenza, l’ha liberata. e ha tentato di darsela a gambe, cercando di dileguarsi per evitare l’arresto. Miriam avrebbe cominciato allora a scrivere alcuni messaggi al padre, raccontandoli, ancora sconvolta, cosa le era accaduto. Il padre, in preda all’ira implacabile, si è messo in macchina ed è riuscito a trovare il molestatore che non si era allontanato molto dal luogo della triste vicenda.
Il papà ha deciso di farsi giustizia da solo, prendendolo a calci e pugni, fino a fratturargli i i testicoli e la mandibola. Doveroso l’intervento delle forze dell’ordine , allertate da dei vicini che hanno sentito le urla del 39enne. Quest’ultimo è finito in manette. Una storia davvero tremenda che ha scosso la Spagna, dove è accaduta.