Il figlio di Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano, non porterà più il cognome del padre. Questa è stata la richiesta avanzata (e accolta) dalla donna con cui il barman aveva avuto una relazione e un figlio, prima di fidanzarsi con Giulia Tramontano.
La Prefettura di Monza e Brianza ha accolto il cambio cognome che , trascorsi 30 giorni, diventerà effettivo. Si è giunti a questa decisione dopo aver analizzato tutte le motivazioni, personali, psicologiche e sociali, che la donna ha addotto. Sin da quando il barman è stato condannato alla massima pena, essa ha avuto l’ affido esclusivo del figlio.
Il cognome del padre era diventato “motivo di disagio per il bambino”, ragion per cui la donna ha avanzato la richiesta del cambio cognome, cui aveva aggiunto un’altra richiesta alla Prefettura, che però non è stata accolta, quella che suo figlio potesse avere un secondo nome, e non uno a caso ma quello di “Santhiago”, il nome che la povera Giulia Tramontano aveva scelto per il piccolo che aveva in grembo e che sarebbe nato due mesi dopo.
Impagnatiello, dopo essere stato condannato all’ergastolo è stato dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale da parte del Tribunale per i Minorenni di Milano mentre il 25 giugno la corte di Assise di appello di Milano ha confermato la sentenza decisa in primo grado per il barman 32enne, facendo decadere l’aggravante della premeditazione, cosa che non è andata giù alla famiglia di Giulia, pur riconoscendo quella della crudeltà.
La sorella della 29enne deceduta ha sempre posto l’accento sul fatto che Impagnatiello, per sei mesi, abbia avvelenato Giulia, somministrandole veleno per topi, sino al 27 maggio 2023, quando le ha inferto 37 fendenti, nell’appartamento in cui convivevano, per poi provare a dare alle fiamme il corpo nella vasca da bagno, nascondendolo nell’intercapedine in cui poi lo ha fatto ritrovare.