Tecnicamente, Alessandro Impagnatiello può aver fatto tutto da solo, dunque potrebbe essere riuscito a trascinare il corpo senza vita di Giulia lungo le scale di casa, sino al garage, poi alla cantina e viceversa, infine nella sua vettura. Giulia, essendo al settimo mese di gravidanza, pesava circa 68 chili. Nella confessione, resa dal barman, il 30enne dice di aver trascinato il corpo sui gradini, forse tenendolo per le braccia ( e questo potrebbe essere vero). Nel box sono state rinvenute tracce di bruciato e i segni del passaggio del corpo di Giulia sono stati rilevati nel garage, nella cantina, lungo il percorso tra i due locali. Anche su questo, quindi, non ci sono dubbi.
Impagnatiello ha sostenuto di aver caricato il corpo della fidanzata in auto, nel suo Suv, solo il giorno dopo, mercoledì notte, ma le sue dichiarazioni cozzano con le osservazioni del medico legale che, nel suo primo esame, ha retrodatato l’orario dell’abbandono del corpo nell’intercapedine di «almeno 24 ore» rispetto a mercoledì. L’addetto alle pulizie, interpellato dagli inquirenti alla ricerca di informazioni utili alle indagini, non ha parlato della presenza di altre persone oltre al reo confesso, pur sostenendo di aver notato macchie nere sul pavimento tra la cantina e i box, oltre a tracce di cenere, compatibili con il trascinamento del corpo.
Dalle telecamere di sorveglianza di un’abitazione di via Novella, per l’esattezza quelle che, dopo il femminicidio, hanno ripreso Impagnatiello mentre usciva dall’ abitazione in cui conviveva con Giulia, per recarsi dall’amante, la collega barista 23enne italo-inglese, non sono emersi movimenti strani di amici o parenti del barman. Va precisato che gli obiettivi delle telecamere puntano solo sulla porta carraia, ossia solo su quella che dà accesso alla corsia dei box, quindi è possibile che qualcuno possa aver raggiunto Alessandro attraverso l’accesso pedonale dove non ci sono occhi elettronici. Sulla base degli accertamenti dei carabinieri e dei tabulati, non sarebbero emersi elementi che facciano pensare a complici ma più di qualcosa non torna. A messo che Alessandro abbia fatto tutto da solo come dice, tali operazioni, seppur fatte da un uomo, richiedono tempo e sono laboriose, col rischio di essere incastrato da qualche vicino di casa. Giulia, a detta del reo-confesso, sarebbe stata fatta fuori tra le 20.30 e le 21 di sabato. Intorno alle 23.30, il barman ha parlato al telefono con l’amante, con la quale aveva una relazione parallela da un anno, tramite videochiamata, in cui l’appartamento nel quale si era consumato il delitto, si mostrava apparentemente pulito e verso mezzanotte e mezza, è uscito di casa per andare dalla 23enne, rientrando dopo le tre di notte.
Stando a questi calcoli, avrebbe avuto pochissimo tempo, dalle 21 alle 23.20, per ripulire tutto. L’ingresso di casa, sulla base dei primi rilievi, è stato pulito molto più accuratamente rispetto alle scale, pulite anche dall’impresa di pulizie. Quando la madre di Impagnatiello è arrivata nell’appartamento di via Novella, intorno alle 17:30 di domenica per cercare Giulia, mentre il figlio si trovava a lavoro, entrando con un doppio mazzo di chiavi, né lei, né il compagno, ha notato qualcosa di anomalo. Davvero non si sono accorti di nulla? In tanti sono gli utenti che cominciano a pensare che mamma Sabrina, ossia la madre di Impagnatiello, possa c’entrare qualcosa. Per ora si tratta di pensieri surreali in quanto dalle indagini, finora, non è emerso nulla.
Può darsi che la donna abbia dato una mano al figlio nelle faccende domestiche e per le pulizie di casa, nei quattro giorni in cui di Giulia si erano perse le tracce, ma questo non vuol dire che abbia ripulito la scena del crimine. La donna, anzi, ha sollecitato il figlio a dire tutta la verità. Va precisato che il fratello di Alessandro non è mai stato sentito dagli investigatori. Di lui sappiamo che abita a Desio e che a lui è stata restituita l’auto del barman reo-confesso, dopo gli esami scientifici condotti dai carabinieri nel bagagliaio, in cui hanno prelevato campioni ematici. Il giorno della scomparsa, dopo che Giulia era stata contattata al telefono dalla ventitreenne che frequentava Alessandro, la 29enne aveva subito confidato tutto al cognato, che le avrebbe chiesto il permesso di raccontare tutto alla madre, ossia alla suocera. Dopo l’ok di Giulia, il giovane ha informato la madre di tutto, senza minimamente proteggere il fratello, ragion per cui, che ruolo avrebbe potuto avere nel delitto? Presto saremo pronti a fornirvi i dovuti aggiornamenti.