La controversia tra Iliad e i colossi Vodafone e Tim, iniziata nel 2020, si è ufficialmente conclusa dopo 4 anni. Il contenzioso riguardava un’operazione commerciale autorizzata dalla Commissione Europea per sviluppare le reti 5G, che prevedeva la condivisione delle torri di comunicazione tra Tim e Vodafone, garantendo anche ad altri operatori, come Iliad, l’accesso a queste infrastrutture.
La Commissione Europea aveva imposto che 4000 siti venissero messi a disposizione di terze parti, con una prima tranche di 3000 siti entro i primi quattro anni, specialmente in aree con oltre 35.000 abitanti. Tuttavia, Iliad aveva contestato che queste misure fossero insufficienti a garantire una reale concorrenza, aprendo così un procedimento legale.
“La sentenza conferma altresì che rimedi comportamentali di accesso possono rappresentare un’alternativa valida a misure strutturali come la cessione di asset, anche nel settore delle telecomunicazioni”, specificano i legali dei due colossi della telefonia.
La decisione finale ha stabilito che l’accordo tra Vodafone e Tim rispetta i principi di libera concorrenza e che le misure adottate sono adeguate, senza la necessità di ulteriori riequilibri, come la vendita forzata di asset. Nonostante ciò, sembra che Iliad non abbia sfruttato appieno le opportunità offerte: nei primi 10 mesi dall’avvio dell’accordo, ha utilizzato solo circa 100 torri.
Il piano di Iliad continua a puntare sulla costruzione di una rete propria, riducendo la dipendenza da infrastrutture condivise, ma la decisione potrebbe comunque avere implicazioni sul mercato futuro, ampliando le possibilità di accesso per tutti gli operatori.