Mark Samson aveva inizialmente ammesso di aver inviato messaggi dal telefono della vittima per simulare che fosse ancora in vita, per poi disfarsene gettandolo in un tombino. Tuttavia, durante gli interrogatori successivi, ha modificato la sua ricostruzione, rivelando che il cellulare era nascosto nel suo appartamento, dove viveva con i genitori.
Una svolta dettata anche dai suoi legali, Fabrizio Gallo e Alessandro Pillitu, che lo hanno spinto a collaborare con la Procura. Grazie alle nuove dichiarazioni, gli investigatori hanno recuperato il telefono, che è stato immediatamente posto sotto sequestro. Ora sarà sottoposto a perizie approfondite per verificare l’effettiva attività di depistaggio condotta da Samson, compresi i messaggi inviati ai contatti di Ilaria nei giorni successivi alla sua scomparsa.
Si indaga anche sulla possibilità che il cellulare sia stato maneggiato da altri, inclusi amici dell’indagato. È ormai accertato che Samson abbia utilizzato il telefono della ragazza per fingere che fosse ancora viva, inviando messaggi ad amici e familiari.
Non è escluso che sia stato lui anche a pubblicare, dal dispositivo della vittima, una storia su Instagram in cui Ilaria dichiarava di stare bene. Un tentativo di deviare le indagini e guadagnare tempo, mentre il corpo senza vita della giovane veniva nascosto. Le analisi sul telefono potrebbero fornire nuovi elementi cruciali per il caso, confermando o smentendo ulteriori dettagli della dinamica.
Intanto, gli investigatori continuano a ricostruire gli ultimi movimenti di Ilaria e i comportamenti di Samson nei giorni successivi alla scomparsa. L’obiettivo è chiarire ogni passaggio, compreso un eventuale coinvolgimento di terze persone. Il ritrovamento del cellulare rappresenta una svolta nelle indagini, ma molti interrogativi restano aperti. La verità giudiziaria dovrà fare luce su una vicenda che ha sconvolto l’opinione pubblica, mentre la famiglia di Ilaria attende giustizia.