Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, ad aprile 2025, stato iscritto ufficialmente nel registro degli indagati. I legali che hanno assunto la difesa dell’uomo, Alice e Paolo Bevilacqua, hanno fatto delle precisazioni, contenute in una nota.
Essa recita: “allo stato ci troviamo di fronte ad un mutamento di ruolo di Sebastiano Visintin” che “viviamo come espressione di un atto dovuto, per il compimento di attività che, francamente, stupisce a distanza di così tanto tempo dall’originaria iscrizione di reato”.
Gli avvocati difensori di Visintin, hanno aggiunto che conoscono lo scenario degli elementi di prova raccolti, pur non sapendo quale strada investigativa la Procura voglia percorrere ora. Si sono detti comunque fiduciosi e sereni, chiedendosi, però, come mai proprio e solo Sebastiano sia stato iscritto nel registro degli indagati. La difesa ha chiosato la nota così: “ Attendiamo di conoscere risposta alle nostre domande e di leggere le motivazione di questa inaspettata virata di indagine”.
Eppure, nel giallo di Liliana Resinovich, ci sarebbe aria di un’ulteriore svolta, a distanza di tre anni dal ritrovamento del corpo della 63enne. Si parla di una perquisizione, effettuata nell’abitazione di Sebastiano, che avrebbe portato ad accelerare le indagini.
Tra le mura domestiche, sarebbero stati sequestrati un paio di guanti. Resta da capire se siano proprio quelli la cui impronta è stata individuata sui sacchi neri. Nella casa sono stati trovati e sequestrati anche un maglione che potrebbe essere compatibile con un filo individuato sul corpo di Liliana Resinovich, ma anche forbici e coltelli. Che uno di questi sia stato utilizzato per tagliare il cordino dei famosi sacchi neri in cui è stata trovata la donna? Esistono tracce delle lame? Ecco che nuovi interrogativi si aprono.