Il papà di Giulia, Daniele Santoni, ha dichiarato al Corriere fiorentino che, prima di avere la certezza del decesso della figlia, se l’è sentito, ha avuto una sensazione netta. Era a lavoro, lunedì e ha pensato di chiamare Giulia, pur non sapendo, dato il suo lavoro, se fosse il momento giusto per chiamarla o meno.
Ha pensato di tergiversare, di telefonarle dopo, continuando a sentire che qualcosa non andava. Durante la pausa pranzo, una sua collega ha preso il cellulare e ha visto che c’era stato un sinistro in A1.
Queste le parole precise di Daniele, riprese dal Corriere fiorentino “Che novità”, mi sono detto: ho controllato anche io la notizia e ho visto la foto di un’ambulanza. Mi si è gelato il sangue”, proseguendo: “Dentro di me ho subito sentito il peggio. Subito dopo ho chiamato il cellulare di Giulia ma il cellulare non rispondeva. Ho provato e riprovato. Ma nulla. Nulla. Così ho chiamato la mia ex moglie al telefono: mi ha risposto piangendo. E così ho capito tutto e l’ho capito immediatamente”. Daniele aveva visto Giulia la scorsa settimana ed era felicissima, sorridente, ha giocato col loro cane Teo. Giulia amava la vita ed era delicata verso tutti, amava le persone con naturalezza., ma soprattutto amava aiutare gli altri. Farlo era la cosa che le piaceva di più.
A 16 anni ha chiesto a lui e alla sua ex moglie di potere andare in Misericordia e, essendo minorenne, hanno dovuto firmare i fogli per permetterle di fare questo servizio. A 18 anni ha fatto tutti i corsi per guidare e salire sull’ambulanza. Giulia è stata volontaria alla Misericordia di Loro Ciuffena e a quella di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba.
Studiava scienze infermieristiche all’Università di Firenze, a Careggi e aveva avuto l’opportunità di fare servizio civile alla Misericordia di Terranuova Bracciolini, dove a breve avrebbero aperto un servizio 24 ore su 24, cosa cui lei puntava. “Mia figlia è morta mentre stava facendo qualcosa che amava. È deceduta mentre stava aiutando il prossimo, che per lei era la cosa che più contava al mondo”. Questo il pensiero cui il padre, disperato, si aggrappa.