Il professor Ercolani spiega la neoplasia di Eleonora Giorgi: "Questo è il primo e quasi unico sintomo" (2 / 2)

Il professor Giorgio Ercolani, direttore del Dipartimento Chirurgico di Forlì e professore ordinario del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna ha rilasciato una intervista a Forlì Today nella quale spiega che cosa sia la neoplasia al pancreas che ha Eleonora Giorgi.

Secondo l’esperto proprio l’attrice è uno simbolo per tanti pazienti in quanto sta riuscendo a resistere anche in maniera tenace a questa patologia. Inatti il professore afferma che se presa per tempo ad oggi l’aspettativa di vita anche con questa patologia si è alzata leggermente.

“L’adenocarcinoma del pancreas spesso non da sintomi e quando questi compaiono è già in fase avanzata, inoltre presenta un’intrinseca aggressività biologicaper cui ancora oggi il suo trattamento rappresenta una delle sfide più complesse in campo oncologico”- queste le parole del professore.

Tempestiva quindi deve essere la diagnosi, mentre fattori di rischio per sviluppare la patologia sono sicuramente il fumo e l’abuso ad esempio di sostanze alcoliche. “Nella localizzazione a livello della testa del pancreas, spesso si manifesta con comparsa di ittero (la colorazione giallastra della cute e mucose), urine ipercromiche e feci acoliche accompagnato da prurito; nelle localizzazioni del corpo-coda, il dolore, talora irradiato posteriormente, è spesso il primo e quasi unico sintomo; da tenere sempre in considerazione il calo ponderale non associato ad una dieta o motivi precisi”- queste inoltre le parole dell’esperto.

Il professore ogni anno segue dai 160 ai 180 pazienti con questa patologia molti dei quali ricorrono all’intervento, che serve appunto a togliere in fase iniziale la massa e cominciare quindi un percorso di cure.

“Il miglior modo di trattare questa neoplasia è prevenirlo con adeguati stili di vita, porre attenzione ai fattori di rischio riportati, e attento monitoraggio nei pazienti “a rischio” o che presentano una famigliarità (meno del 10%) nell’albero genealogico”- queste le parole di Ercolani