In questi giorni l’Italia si sta ancora interrogando su come possa essere avvenuto il sinistro di Mestre, alle porte di Venezia, dove un bus elettrico che trasportava dei turisti presso il campeggio Hu di Marghera improvvisamente è precipitato da un cavalcavia.
Purtroppo come è risaputo il bilancio del sinistro è gravissimo: 21 persone decedute e 15 contuse, alcune in modo grave e le cui condizioni destano ancora preoccupazione. Tra le persone che non ce l’hanno fatta anche una piccola bambina di 17 mesi.
La piccola era in vacanza assieme ai genitori, una coppia tedesca, che aveva raggiunto il nostro Paese per qualche giorno di relax. Ma attorno alle 19:30 del 3 ottobre il bus che stava trasportando loro e le altre persone al campeggio è appunto caduto nel vuoto per 10 metri da un cavalcavia su via dell’Elettricità.
Adesso il padre della bimba, Nico, di 28 anni, in una intervista ha raccontato quei momenti assurdi. “Ho questa botta alla testa e mi fa male il braccio destro. Ma almeno io sono qui” – così ha detto l’uomo ancora sgomento per quanto avvenuto.
Sua figlia, la piccola Charlotte, si trova presso la camera mortuaria dell’ospedale dell’Angelo di Mestre. L’uomo ha fatto sapere di essere sceso un’ultima volta per salutarla.
“L’ho salutata, ma purtroppo oggi non può tornare con me. Non so ancora quando concluderanno le pratiche per riportare a casa la sua salma. Intanto i medici italiano stanno decidendo quando sarà possibile trasferire la mia compagna in un ospedale tedesco” – così informa l’uomo. La sua compagna si trova infatti ricoverata nel reparto di terapia intensiva dello stesso ospedale dell’Angelo, mentre lui adesso tornerà in Germania dove continuerà le cure. Per quest’uomo la perdita della sua figlioletta è un dispiacere inconsolabile. “Non so cosa aspettarmi, la verità è che mi fa un pò paura il pensiero di avere delle risposte. Da un lato vorrei sapere ogni dettaglio. Ma dall’altro temo di scoprire che tutto questo dolore, i deceduti, i feriti, siano stati causati da qualcosa di poco importante, da un fattore che si poteva tranquillamente evitare” – questa la conclusione di Nico.