Il Governo ha appena firmato la nuova ordinanza: cosa cambia e per chi (2 / 2)

Nelle prossime ore, intorno alle 18, si dovrebbe riunire il Consiglio dei ministri. L’utilizzo del condizionale è legato al fatto che il presidente del Consiglio Mario Draghi ha raggiunto Canazei, dove è stata allestita la centrale operativa che coordina le operazioni di soccorso e di ricerca dei dispersi sulla Marmolada, dopo la tragedia provocata dal crollo di un seracco.

Il governo è pronto a “deliberare lo stato d’emergenza per la siccità nelle aree maggiormente colpite”. Quindi si dovrebbe procedere a livello regionale. Sappiamo per certo che Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto sono le regioni che hanno chiesto ufficialmente lo stato di emergenza al governo. Si sta cercando di accelerare sulla stesura dei piani di emergenza regionale perché la questione siccità, in alcune aree d’Italia, è davvero drammatica e far passare altro tempo potrebbe soltanto complicare ulteriormente una situazione già di per sé terribile.

Cosa vuol dire proclamare lo Stato di Emergenza? In sintesi la Protezione civile acquisisce poteri speciali sul territorio e può decidere, per esempio, di razionare l’acqua potabile o più semplicemente di utilizzare delle risorse economiche, stanziate ad hoc, in deroga alle norme vigenti. Al vaglio dell’esecutivo vi è anche la nomina del Commissario straordinario che si occuperà esclusivamente dell’emergenza siccità. Per ora si tratta di rumors ma il nome più gettonato a rivestire tale ruolo è Fabrizio Crucio, capo della Protezione civile in carica.

Il Commissario straordinario, che si avvarrà di una struttura composta da 30 unità, potrà contare dello strumento dell’ordinanza in deroga per realizzare, con maggiore celerità, gli interventi di ammodernamento volti alla riduzione delle perdite d’acqua. Verificherà inoltre l’adozione da parte delle Regioni delle misure per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi della risorsa idrica. E segnalerà le inadempienze dei gestori.

Il governo Draghi è perfettamente consapevole dell’emergenza siccità e della necessità di dover adottare delle soluzioni efficaci in tempi ristretti, come per esempio il razionamento dell’acqua. A lungo termine, l’esecutivo dovrà affrontare l’ammodernamento del sistema idrico nazionale. Il cambiamento climatico è la più grande sfida ambientale e sanitaria che ci troveremo ad affrontare nei prossimi decenni.