Se pensavamo ad un’estate Covid free, ci sbagliavamo di grosso, dato che il virus continua la sua corsa, seppur tenuto a bada dai vaccini. C’è poco da fare, se non rassegnarsi ad una forzosa convivenza col virus che ha stravolto letteralmente le nostre vite.
Piombato come un fulmine a ciel sereno, da 3 anni ci tiene sotto la sua morsa, con le sue varianti che incutono non poca preoccupazione, dai nomi ispirati alle lettere greche, sino alle più recenti, con nomi derivanti dalla mitologia, un po’ come avviene per il settore meteorologico.
Saranno forse più accattivanti i nomi, faranno più tendenza, ma la paura degli italiani, o quantomeno di una buona parte di noi, è quella di andare incontro a varianti con sintomi più severi.
Se la Omicron 5, pur contagiosissima, non sta arrecando, per il momento, sintomi fortissimi e, tutto sommato, pur non prendendola sottogamba, ce la stiamo cavando in 7-10 giorni di isolamento prima della negativizzazione, cosa ne sarà di noi nei prossimi mesi?
Proprio per rispondere a queste domande, sono in corso una serie di studi e di ricerche riguardanti sintomi e potenziali scenari dell’evoluzione del virus. Vediamo cosa dice uno degli ultimi studi effettuati.