A partire dal 14 gennaio, Meta ha deciso di interrompere l’accesso a oltre due milioni di filtri creati da terze parti su Instagram. Questa decisione segna la fine dell’era dei filtri estetici che permettevano agli utenti di migliorare il proprio aspetto, ritoccando visi e corpi in modo che rispondessero agli irraggiungibili canoni di bellezza.
La piattaforma Spark, che in sette anni ha ospitato questi filtri, chiuderà definitivamente. Questo cambiamento riguarda non solo i filtri creati da singoli utenti, ma anche quelli sviluppati da marchi, nonostante continuino a essere disponibili i filtri di proprietà di Meta, che comprendono circa 140 effetti. La scelta di Meta arriva dopo un passo simile da parte di TikTok, che a novembre ha vietato l’uso di filtri di bellezza per gli utenti minorenni.
Anche se Meta non ha fornito una spiegazione ufficiale, si può ipotizzare che questa mossa sia legata a preoccupazioni etiche legate agli effetti negativi che questi filtri hanno avuto soprattutto sulla Generazione Z. I giovani, infatti, hanno convissuto con standard di bellezza sempre più irrealistici, creando una distorsione dell’immagine corporea che ha alimentato insicurezze, disturbi alimentari e ansia sociale.
Negli ultimi anni, i filtri estetici sono diventati uno strumento estremamente popolare su Instagram e Facebook, dove centinaia di milioni di utenti hanno utilizzato questi effetti per “migliorare” la propria immagine. Tali pratiche, però, hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’auto-percezione, con alcuni esperti che hanno sottolineato come l’uso di filtri possa contribuire a una visione distorta di sé, alimentando insoddisfazione e stress psicologico, soprattutto tra i più giovani.
La rimozione di questi filtri potrebbe essere vista come un tentativo di affrontare queste problematiche sociali. Inoltre, questa mossa di Meta potrebbe nascondere anche motivazioni economiche. L’azienda, infatti, detiene un monopolio sulle tecnologie di realtà aumentata e intelligenza artificiale applicate ai social network.