Il neurologo e psichiatra statunitense Daniel Amen ha indicato quattro segnali d’esordio dell’Alzheimer, che possono manifestarsi anche decenni prima della comparsa dei preoccupanti sintomi, che portano a correre da uno specialista.
Il primo segnale è quello della perdita di memoria. L’80% delle persone ha indicato un peggioramento della stessa, rispetto a quella che aveva 10 anni prima ,e purtroppo la situazione, va a peggiorare. Ad esso si aggiunge il secondo segnale, quello di un’impulsività eccessiva e una ridotta capacità di giudizio. Il terzo segnale riguarda una soglia dell’attenzione più bassa del normale con conseguente facilità a distrarsi. Il quarto segnale, indicato dallo scienziato è il ricorrente cattivo umore e la depressione.
L’esperto, in un video su Tik Tok, ci dice che tutti e quattro questi sintomi compaiono quasi 20 anni prima della diagnosi di Alzheimer. Nello studio condotto dal professor Jianping Jia e colleghi, che hanno sottoposto innumerevoli volontari a test della funzione cognitiva, scansioni celebrali e analisi del liquido cefalorachidiano (o cerebrospinale), hanno permesso di fare ulteriori considerazioni.
In essi è stata ravvisata una concentrazione superiore della proteina beta-amiloide 42 nel liquido detto “acqua di rocca”; così come un incremento della proteina tau 181 fosforilata; il deterioramento neuronale; l’ atrofia dell’ippocampo; alcuni segni iniziali di declino cognitivo, già diversi decenni prima della diagnosi.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Alzheimer colpisce oltre 40 milioni di persone nel mondo e purtroppo questo dato, di suo impressionante, è destinato a crescere a dismisura, triplicando nel corso dei prossimi 30 anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. Non dimentichiamoci che la patologia ha delle enormi ripercussioni mediche, sociali ed economiche. Proprio per questo motivo, è ritenuta un’emergenza globale e, non esistendo ad oggi, una cura, è possibile solo, al momento, ribadire l’importanza della diagnosi precoce.