Nel caso del delitto di Chiara Poggi a Garlasco, nuovi elementi stanno riaprendo l’inchiesta, con un focus rinnovato su Andrea Sempio, amico del fratello della Poggi. Secondo gli inquirenti, Sempio potrebbe essere stato presente nella villetta di via Pascoli al momento del delitto.
Un’impronta digitale, catalogata come “traccia di interesse dattiloscopico” con il numero 33, è stata individuata vicino al corpo di Chiara. A questo si aggiungono le tracce di DNA maschile trovate sotto le unghie della ragazza, già note da tempo, ma ora reinterpretate alla luce di nuovi accertamenti.
Ulteriori indizi sono emersi dal recupero dei rifiuti di Sempio: i carabinieri hanno trovato bigliettini manoscritti contenenti riflessioni personali. In uno di questi è riportata una frase a dir poco inquietante. Cosa c’è scritto?
“Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”. Sebbene non ci siano riferimenti espliciti al delitto , per la Procura si tratta di un elemento di forte interesse investigativo. Questi scritti saranno analizzati dagli esperti del Reparto analisi criminologiche del Racis di Roma, alla ricerca di segnali che possano rafforzare il quadro indiziario nei confronti di Sempio. Un altro aspetto emerso riguarda la presunta falsità dell’alibi presentato dall’indagato.
Lo scontrino di un parcheggio datato 13 agosto 2007, giorno del delitto, era stato usato per dimostrare la sua assenza da Garlasco, ma ora risulta non convincente. Inoltre, il 4 ottobre 2008, durante un interrogatorio legato proprio a quell’alibi, Sempio ebbe un malore improvviso, tanto da richiedere l’intervento del 118 per 40 minuti. Curiosamente, questo episodio non venne mai riportato nel verbale redatto dai carabinieri presenti, che oggi affermano di non ricordarlo. Tutti questi elementi contribuiscono a rimettere in discussione la colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015, aprendo a nuovi scenari sulla reale identità del killer di Chiara Poggi.