“Ho fatto 8 figli con mio padre”: l’inferno della giovane Antonia (2 / 2)

La protagonista di un vero e proprio incubo in terra è Antonia, la giovane donna che vedete in foto. Dopo 22 lunghi e interminabili anni, ha deciso di confessare cosa era costretta a subire. Aveva soli 15 anni, era solo un’adolescente quando tutto ha avuto inizio. Sua madre ha deciso di andarsene di casa, lasciandola da sola assieme al padre e ai 2 fratelli. Quelle mura si sono trasformate in una prigione fatta di continue violenze, umiliazioni, abusi e stupri. Antonia, di origini argentine, era già stata abusata sessualmente dal padre-orco quando aveva 9 anni ma quando colei che l’ha messa al mondo, ha deciso di abbandonarla, il suo corpo è diventato  oggetto di continue violenze sessuali.

Purtroppo, quei rapporti forzati, andati avanti per 22 anni, hanno portato alla nascita di 8 bambini, concepiti col padre carnefice. Solo a distanza di tantissimo tempo, la donna, arrivata a 36 anni, ha deciso di denunciare le violenze. La denuncia è scattata in concomitanza con la nascita del suo ottavo figlio, concepito nella casa degli orrori di Santiago del Estero, nell’Argentina settentrionale. Il  ginecologo che la stava assistendo durante il parto,  le ha chiesto chi fosse il capo del piccolo.

A quel punto, come un fiume in piena, Antonia si è tolta il peso di dosso. Ha trovato la forza di denunciare e, data la gravità del reato commesso, le indagini sono scattate tempestivamente. Infatti, nel giro di un mese e mezzo, l’uomo carnefice, che ha 56 anni, è finito in manette. Conosciuto dagli abitanti della zona in cui vive come “Vernacho”, l’orco ha provato in tutti i modi possibili di disperdere le sue tracce, nascondendosi a casa di parenti, a 40 km dalla sua abitazione ma la prova del Dna sugli 8 bimbi è stata la prova schiacciante per incastrarlo.

Antonia non ha ceduto alle richieste degli stessi parenti di ritirare la denuncia e tra poco tempo partirà il processo a carico del padre. Queste le parole della vittima: “Da quando mamma ci ha lasciati sono diventata la moglie di mio padre. Mi picchiava in continuazione con un bastone appena mi vedeva parlare con qualche vicino di casa oppure quando voleva abusare di me“.

Se non ha denunciato prima è per paura di essere uccisa, in quanto minacciata dal padre continuamente di essere fatta fuori se avesse raccontato a qualcuno quello che subiva tra le mura domestiche. Gli zii paterni, non importandosene nulla di quello che ha dovuto patire per 22 anni, le hanno chiesto di ritirare la denuncia ma lei non ha ceduto.