Nel cuore verde e silenzioso dell’Abruzzo, in provincia di Chieti, la luce del giorno fatica a filtrare tra la fitta vegetazione. Il bosco rappresentava il confine, il muro protettivo che i coniugi Trevallion-Birmingham hanno eretto attorno alla loro esistenza, scegliendo un casolare isolato come rifugio.
Per molto tempo, il loro quotidiano è rimasto sospeso tra l’autonomia e l’ombra. Poi, l’attenzione delle istituzioni si è fatta sempre più forte .Per i tre bambini, nati e cresciuti in quell’ambiente fuori dalle regole, si è messo in moto un complesso meccanismo di assistenza legale e sociale.
Le offerte di aiuto erano chiare e concrete: dalla possibilità di un alloggio temporaneo, magari in hotel, fino a un progetto dettagliato per la ristrutturazione della casa. Ma è proprio su quel ponte gettato tra l’isolamento e la società che è arrivata la notizia più inattesa che, in un batter di ciglia, ha fatto molto rumore.

A parlarne, in questi minuti, sono i siti d’informazione di tutto il mondo, in quanto il caso della famiglia nel bosco, così come è stato ribattezzato dalla cronaca nazionale, è uno dei più divisivi, sul fronte della pubblica opinione, tra chi , a spada tratta, si è schierato apertamente con i due coniugi, e chi, al contrario, da’ pienamente ragione al Tribunale dei minori.
Ora, però, la decisione è stata presa , in merito alla famiglia nel bosco, e si parla di rinuncia ma cosa sta succedendo? Ricostruiamolo insieme nella pagina successiva del nostro articolo, dal momento che il caso, mai come in queste ultime ore, è davvero rovente e controverso.