Governo Meloni, “Addio al bollo auto”: ecco cosa sta succedendo (2 / 2)

E’ La Repubblica, in un articolo che porta la firma di Vincenzo Borgomeo, a scrivere “addio al superbollo”.  Per chi non se ne intende, parliamo di un’imposta extra che fa aumentare in modo esagerato l’importo del bollo auto, la tassa di proprietà di competenza delle Regioni. Si tratta di un’addizionale erariale al bollo che interessa le vetture con più di 185 Kilowatt – o 251 cavalli: per ogni kilowatt che supera tale soglia si incorre in un aumento di 20 euro sulla tassa di proprietà.

Esso può essere corrisposto presso gli sportelli ATM abilitati delle banche, i punti Lottomatica, gli Uffici Postali e la delegazione ACI oppure è possibile versare somma tramite l’app io o via web, tramite i servizi di Telebollo o Bollonet. La tassa ha ridotto drasticamente la circolazione di questo tipo di auto che garantivano entrate in termini di IVA nella manutenzione, IPT nell’immatricolazione e accise sul consumo di carburanti. Allo stato attuale, il superbollo porta porta solo lo 0,01% delle entrate Statali e lo 0,1% di quelle regionali.

Tra i “danni” provocati dal superbollo, troviamo: “la proliferazione, nel nord Italia, di ‘falsi leasing’ di autovetture con targa tedesca (o ceca) date in noleggio da soggetti commerciali e utilizzate da clienti italiani (con mancato versamento dell’IVA, del bollo, del superbollo, dell’IPT, delle multe, dell’addizionale provinciale sull’RCA, oltre all’impossibilità di porre sotto sequestro le automobili immatricolate all’estero, la possibilità di sfuggire al redditometro, le difficoltà di effettuare i controlli su strada e di individuare le responsabilità in caso di incidenti)”.

L’articolo di Repubblica riporta queste testuali parole: “l’annuncio sulla possibile cancellazione del superbollo sta intasando caselle di posta e WhtasApp di tutti gli addetti ai lavori del mondo dell’automotive. L’idea, si apprende da ambienti parlamentari, è effettivamente sul tavolo anche se manca ancora un calendario definito per l’intervento”.

Già nel 2021, il Parlamento aveva inserito il superbollo nell’elenco dei cosiddetti microprelievi, quelli che generano entrate tributarie irrisorie e che sarebbe forse meglio abrogarli e sostituirli con imposte più mirate.Sin da quando è stato introdotto, con il governo Berlusconi, i suoi limiti sono stati sin da subito evidenti a tutti, perché a fronte di un gettito molto modesto, ha azzoppato il mercato delle auto sportive che garantiva notevoli introiti allo Stato. Più che ‘dare’ ha ‘tolto’ ed è questo il motivo principale per cui lo si vuole eliminare da ormai troppo tempo.