Più passano le ore e più cresce l’ansia dei famigliari di Giulia Cecchettin, che vedono sempre più ridotte ad un lumicino le speranze di ritrovarla sana e salva. Inoltre i suoi cari erano a conoscenza della possessività del suo ex fidanzato, che mai si era rassegnato alla fine della loro storia d’amore, continuando a pressarla anche in queste ultime settimane.
Intanto l’imponente macchina delle ricerche, composta da sommozzatori, unità cinofile, carabinieri e protezione civile è attiva su tutti i fronti: nei fiumi, nella boscaglia, nei campi incolti e nelle case abbandonate. Dopo ore di ricerche, nella tarda mattinata di ieri spunta un ritrovamento che fa allarmare tutti: i sommozzatori che stavano scandagliando il fiume Muson hanno rinvenuto un pezzo di tessuto bianco che sarà ora attenzionato.
“Non posso immaginare che non torni, che non apra la porta salutandomi. Spero solo che questa angoscia finisca“- commenta il padre visibilmente provato da troppi giorni di sconforto. A suscitare grande preoccupazione nel padre Gino erano proprio quelle macchie di sangue ritrovate a pochi km da casa.
Ecco cosa aveva confessato in preda alla disperazione ai microfoni del Corriere della Sera:“Una decina di macchie, la più grande li in fondo, grande un metro. Vedere queste macchie è stata un’angoscia. Visti i segnali penso al peggio, è successo qualcosa di grave”.
A suscitare grande scalpore in queste ore è un nuovo dato che è emerso dai ritrovamenti nella zona industriale di Fossò, cioè che accanto a quelle chiazze misteriose sarebbero stati trovati anche dei capelli. Anche questi resti saranno ora sottoposti al test del Dna, per cercare di capire se possano appartenere ad uno dei due ragazzi. Gli inquirenti hanno in mano il dna di Giulia, ricavato da suppellettili e/o indumenti e si attendevano proprio in queste ore i risultati della comparazione; anche i genitori di Filippo hanno fornito uno spazzolino per lo stesso motivo.