Ieri, lunedì 23 giugno, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera dei deputati per esporre la posizione dell’Italia in vista del prossimo Consiglio Europeo, in programma il 26 e 27 giugno. L’intervento, atteso anche domani al Senato, si inserisce in un contesto internazionale delicato, segnato da forti tensioni in Medio Oriente dopo l’attacco statunitense a impianti nucleari iraniani.
In Aula, la premier ha ribadito la necessità di una de-escalation immediata e ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa diplomatica europea, sollecitando l’Iran a riprendere i negoziati. “L’uso delle basi militari italiane – ha affermato Meloni – non può prescindere da una chiara autorizzazione del Parlamento. È una scelta sovrana che spetta all’Italia, non ad altri Paesi o alleanze”.
Le comunicazioni della premier arrivano alla vigilia del vertice NATO all’Aia, che vedrà Meloni impegnata in colloqui con partner internazionali. Nelle ultime ore, infatti, la presidente del Consiglio ha avuto numerosi contatti diplomatici: tra questi, quelli con Emmanuel Macron, il leader tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer, e alcuni dei principali attori della regione mediorientale, tra cui Mohammed bin Salman (Arabia Saudita), Mohammed bin Zayed (Emirati Arabi Uniti) e l’emiro del Qatar Tamim al-Thani.
Tra i nodi politici interni, è divampata la polemica sulla mozione del Movimento 5 Stelle riguardante le forniture energetiche dalla Russia. Meloni non ha escluso la possibilità di collaborazioni in ambito energetico, definendole “non ideologiche”. La posizione ha spaccato l’opposizione: Partito Democratico e Alleanza Verdi-Sinistra si orientano verso un voto contrario.
La premier ha avuto anche un confronto telefonico con Elly Schlein. La segretaria dem ha chiesto un impegno chiaro contro l’uso della forza e ha sollecitato una linea condivisa in ambito Ue per favorire il dialogo e la stabilità nella regione mediorientale.