Giordano, che figura di me**a: ora tutta Italia sa che lui è.. (2 / 2)

Nel suo libro intitolato “Che figura di merda”, Emilio Fede si propone di chiarire che il suo intento non è vendicativo, ma piuttosto educativo. “Il mio non è un libro di vendette. È un modo per far capire a quelli che me l’hanno fatta grossa che non porto rancore perché so che, alla fine, i conti tornano sempre“, afferma Fede.

Attraverso le pagine del libro, Fede esprime giudizi schietti e spesso critici, senza timore di dire la sua su colleghi e figure pubbliche che hanno segnato il suo percorso professionale.Tra le critiche espresse nel libro, spiccano quelle nei confronti di Mario Giordano, noto giornalista e conduttore televisivo.

“Mi piaceva Mario Giordano quando faceva le inchieste, mentre adesso lo vedo che grida, urla, si mette in primo piano e guarda la telecamera come fosse la D’Urso senza essere la D’Urso“, dichiara Fede. Questo commento evidenzia il cambiamento percepito da Fede nel modo di fare informazione di Giordano, sottolineando una trasformazione che, a suo dire, ha compromesso la qualità del giornalismo. Emilio Fede, con la sua lunga esperienza nel mondo dell’informazione, pone l’accento sull’importanza di un giornalismo sobrio e rigoroso.

L’informazione non dev’essere urlata: quando ero direttore imposi ai miei inviati di portare sempre dietro un cestino. ‘E a cosa serve?’, mi chiesero, e io risposi: ‘È per metterci gli aggettivi'”, ricorda Fede. Questo aneddoto sottolinea la sua filosofia giornalistica, volta a ridurre l’enfasi superflua e a concentrarsi sui fatti.

Con il suo nuovo libro, Emilio Fede non solo offre uno sguardo retrospettivo sulla sua carriera, ma lancia anche una critica al modo attuale di fare informazione, auspicando un ritorno a pratiche giornalistiche più sobrie e professionali. Le sue parole riflettono un desiderio di migliorare il panorama mediatico, incoraggiando un approccio più responsabile e meno sensazionalistico.