Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale Giampiero Mughini ha preso una decisione estrema. Quale? Quella di vendere parte della sua collezione di libri questo in quanto le sue condizioni economiche non verserebbero bene.
Infatti dopo essere stato poco bene pare che nessuno lo chiami più in televisione. “Non c’è più nessuno che mi proponga un lavoro. Da quando sono stato male hanno smesso tutti di chiamarmi” – ha confessato Giampiero Mughini parlando con i colleghi de Il Foglio. Una situazione molto particolare.
Anche gli amici lo avrebbero abbandonato. “Le prime edizioni di Pavese, Calvino, Campana, Gadda, Sciascia, Fenoglio, Pirandello, Bassani, Moravia, Bianciardi, Montale, Ungaretti” – questi sono alcuni dei testi che Giampiero Mughini ha deciso di vendere per rimpinguare il suo portafoglio.
“Però alcuni non li vendo, non potrei. I tre libri di Italo Svevo, che sono di leggendaria rarità. I libri di Umberto Saba, perché su Trieste ho scritto un libro al quale tengo molto, e poi Carlo Dossi, che mi piaceva per com’era. Credo di somigliargli, a Carlo Dossi” – ha poi spiegato ancora Giampiero Mughini parlando della sua decisione.
“Ho avuto problemi di salute. Ma sì, ora sto bene. Se però tu mi dici di andare da qui al mio bagno ci vado con un po’di fatica. Il medico mi ha detto in un linguaggio chiarissimo che io sono giunto al momento in cui devo ‘gestire’ la mia vecchiaia. Non me ne ero accorto, pensa te. Perché di anni ne ho parecchi. Ottantacinque, per la precisione. La morte? Non ci penso. Perché se ci penso lei poi si monta la testa” – ha concluso poi così la sua intervista Mughini.