Garlasco, spunta l’impronta 44. Il killer di Chiara Poggi ha perso l’… (2 / 2)

A distanza di 18 anni dal delitto di Chiara Poggi, una nuova traccia riaccende l’attenzione sulla scena del delitto di Garlasco. Si tratta di un’impronta di scarpa con suola a carrarmato, rilevata sul muro destro all’altezza del terzo gradino della scala che conduce alla cantina dove, la mattina del 13 agosto 2007, venne trovato il corpo della giovane.

Catalogata come “impronta 44” nei rilievi dei carabinieri del Ris, la traccia non mostrava segni di sangue e fu inizialmente considerata irrilevante. Oggi, invece, la Procura di Pavia la rivaluta come possibile chiave interpretativa nella dinamica del delitto. Secondo nuove ipotesi investigative, l’impronta potrebbe collegarsi ad altri elementi finora marginalizzati.

In particolare, si guarda all’“impronta 33” – segno di una mano appoggiata al muro, attribuita ad Andrea Sempio – e alla macchia ematica “97f” sulla parete opposta, compatibile con una mano insanguinata. La scena suggerirebbe una possibile perdita di equilibrio da parte dell’aggressore in quello spazio angusto: con la mano destra si sarebbe sorretto al muro lasciando l’orma di scarpa più in basso.

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Rimane, tuttavia, un dubbio rilevante: né la traccia palmare né quella della scarpa contengono tracce ematiche. Un dettaglio che apre all’ipotesi che quelle impronte siano state lasciate prima del delitto e non durante. Le nuove analisi hanno preso in esame una cinquantina di impronte repertate nel 2007, conservate su fogli di acetato.

I primi esiti delle nuove indagini sono però deludenti: nella maggior parte dei casi non è stato possibile estrarre profili genetici, per l’assenza di materiale biologico sufficiente. Solo tre campioni contengono residui, ma in quantità troppo basse per una comparazione. Le indagini proseguiranno con tecniche più avanzate. Nel frattempo, gli inquirenti ribadiscono la totale estraneità di Andrea Sempio.