Garlasco, scrive questo messaggio sui social e si toglie la vita (2 / 2)

Nel 2016, Michele Bertani, amico di Andrea Sempio – oggi indagato nella riapertura dell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco – si tolse la vita in circostanze che all’epoca apparvero nefaste ma scollegate dal caso giudiziario. Tuttavia, a distanza di anni, alcuni dettagli emergono con nuove sfumature, riaccendendo l’interesse attorno alla vicenda.

Pochi mesi prima che si togliesse la vita , Bertani aveva pubblicato su Facebook un messaggio enigmatico, citando un verso della canzone “La verità” dei Club Dogo: “La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà…”. Una frase criptica che, già in passato, aveva sollevato sospetti e interpretazioni alternative.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tempo, le lettere maiuscole sparse nel testo non sarebbero casuali: celerebbero una frase scritta in ebraico che si tradurrebbe con “C’era una ragazza lì che sapeva”. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe ricollegarsi al delitto di Garlasco.

Ma non è l’unico elemento inquietante. Bertani utilizzava anche uno pseudonimo: Mem He Shin, un’espressione legata alla mistica ebraica e alla Cabala, indicativa del quinto nome di Dio. Una scelta che aggiunge ulteriori ombre alla sua figura e alle sue parole. Chi sarebbe, allora, la ragazza che “sapeva”? L’ipotesi che possa trattarsi proprio di Chiara Poggi resta, per ora, priva di fondamento.

Tuttavia, si intreccia con quanto sostenuto dall’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, che più volte ha ipotizzato che Chiara fosse stata eliminata perché a conoscenza di segreti pericolosi. Il post di Bertani resta dunque una suggestione, forse un grido inascoltato, forse un gioco simbolico. Ma se davvero si trattasse di un messaggio cifrato, perché affidarlo a un social network? E a chi era diretto?