Garlasco, rompe il silenzio Marco Poggi, il fratello di Chiara dopo i risultati del test del dna (2 / 2)

Marco Poggi, fratello della povera  Chiara, che in passato aveva sempre difeso l’amico Andrea Sempio, quando era stato indagato e sempre prosciolto, è finito di nuovo sotto interrogatorio proprio per il rapporto con Sempio, oggi nuovamente indagato dalla procura di Pavia, in concorso con Alberto Stasi o con ignoti, o da solo,   e a fare il punto della situazione  è stato Il Corriere della Sera.

Marco Poggi oggi ha lasciato la sua città d’origine, andando ad abitare in Veneto, come reso noto dall’autorevole quotidiano. Era stato già sentito otto anni fa dagli inquirenti, che gli avevano chiesto quale fosse il loro rapporto, dicendo di aver conosciuto  Andrea alle  medie, andando  in classe insieme, divenendo amici e che si frequentavano ancora.

Nel 2017, gli inquirenti hanno messo a verbale queste dichiarazioni di Marco:  “A volte uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte soprattutto in settimana, di pomeriggio, veniva a casa mia. Preciso che nel pomeriggio Chiara non era mai in casa, perché ha iniziato a lavorare a gennaio 2006″. 

Nel ripercorrere gli ultimi giorni, prima del delitto di Chiara, Marco disse che lui e Andrea si erano appena diplomati,  facendo l’esame di Stato a luglio. Il 5 agosto è partito in montagna, non ricordando se nel periodo precedente Andrea era stato  a casa sua ma aggiungendo: ” È molto probabile, ma non posso affermarlo con certezza”. Marco si è poi addentrato in altri particolari su come trascorrevano il tempo: “Quando Andrea veniva da me passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer che era in camera di Chiara, non il suo personale ma quello in uso a tutta la famiglia. Non ricordo esattamente le modalità, ma sono sicuro che Adrea abbia giocato usando tastierae mouse del computer”.

Sono parole molto dettagliate quelle di Marco che ora vede Andrea, suo amico dell’epoca, indagato. Resta da capire come il Dna di Sempio sia potuto arrivare alle unghie di Chiara Poggi per “contatto” con la tastiera del pc.  La domanda che più di tutte ci si pone, è come è possibile che il Dna sia rimasto sulle mani di Chiara per giorni, dunque senza che lei se le sia lavate.