Garlasco, l’annuncio dell’avvocato: "Ecco chi è che le ha tolto la vita" (2 / 2)

Massimo Lovati, decano dei penalisti di Vigevano, che difende Andrea Sempio insieme alla collega Angela Taccia, intervistato dal Corriere, ha dichiarato: “L’impronta di Sempio sul muro? Ha scarsissima valenza. Il dna sulle unghie di Chiara? Idem. Il falso alibi dello scontrino? Nessuna falsità. Quegli strani post? Irrilevanti”.

Massimo Lovati ha aggiunto che i pm sono i suoi avversari,  precisando che si è preso a cuore la vicenda di Sempio, un giovane innocente che vuole salvare. Lovati ha un’idea ben precisa anche sulla famosa impronta di cui tanto si sta parlando in questi giorni, dal forte clamore mediatico.

Il legale  ritiene che non abbia alcun valore, in quanto proviene da consulenti di parte che lui non conosce masi avvarrà dei suoi esperti.  Sui  15 punti coincidenti rilevati dai RIS di Roma, ha invece detto: “Fossero anche la Santissima Trinità, io contesto. Sono come San Tommaso, per credere devo vedere”.

Non crede al presunto “forte indizio”, ritenendo che sia opportuno fare un nuovo probatorio, nominando un perito super partes, precisando che l’interrogatorio di Sempio non c’è stato per mancanza di un requisito formale. L’avvocato ha rimarcato che la procura è la sua controparte, che lui difende Sempio,  non stando dalla parte dei pm. Non ha gradito il mondo in cui sono state richieste le impronte, senza avvisarlo, né ha gradito le domande fatte alla madre di Sempio, in quanto, a suo dire, il gioco deve essere leale.

Riguardo l’alibi dello scontrino: “Ne ho trovato uno anche io del 3 marzo 2020 in casa Sempio. Li conservano, è tutto qui”. “Fumo negli occhi” . Ma chi è secondo lui che ha tolto la vita a Chiara Poggi? Massimo Lovati si è fatto un suo pensiero: “Un’idea ce l’ho ma non la dico. Non ho prove”. Ha un pensiero anche sul mandante, dicendo: “Anche lì, sì, ma me la tengo” per poi chiosare:  “Io voglio un decreto di archiviazione, non un processo. Farò di tutto per ottenerlo“.