Dalle vecchie intercettazioni si evince che Andrea Sempio, già nel 2017, quando era indagato per il delitto di Chiara Poggi, era preoccupato e suo padre lo rassicurava, dicendogli che terminati tutti gli accertamenti, soprattutto quelli sul dna, non ci sarebbero stati più problemi. L’uomo nel volerlo tranquillizzare, gli diceva che ci sarebbe stata un’archiviazione con il suo nome.
Il 9 febbraio 2017, giorno in cui Andrea doveva essere interrogato, la madre gli chiese se era preoccupato e lui rispose di essere tranquillissimo. Il padre gli disse: «Se al massimo ti infila dentro qualche domanda che non… gli dici guardi sono passati dieci anni, non mi ricordo, insomma tutto quello che è stato dichiarato è stato riscontrato quindi… loro si portano dietro la storia del dna, perché se loro ne parlano allora tirano fuori la storia del dna, però se non ne parlano noi ce lo portiamo, e vedere se tirarla fuori o meno se loro fanno domande sul dna».
Il padre precisò: «È importante che è a suo nome, perché se c’è l’archiviazione con il tuo nome è importante, mentre prima non c’era». I carabinieri, all’epoca, hanno piazzato le cimici nell’auto di Andrea che, parlando da solo, riguardo suo padre, si era lasciato andare ad un commento: «È una cosa strana».
Sempio sottolineava a se stesso che c’erano in ballo 30 anni di cella e sembrava non comprendere la questione dna, ossia come mai, non essendo lui un genetista né un avvocato, gli erano state fatte domande di genetica, proseguendo: “Io aspetto, direi e poi… che cosa è successo e capisci che era in realtà… benissimo”-.
Nel 2017, quando venne indagato, Andrea era già insofferente per via del clamore mediatico del caso Garlasco, lasciandosi andare ad uno sfogo mentre era da solo in auto, dicendo: “Del popolo bue non me ne frega più niente, a me di anelare a impressionare la casalinga farle credere: no casalinga non pensare male… ma fai il c… che vuoi, pensa, pensa quello che vuoi, pensa quello che vuoi e odiami, continua a pensare che, in realtà…continua a pensare che in mano a lei c’era una ciocca dei miei capell iche però nessuno per dieci anni, però, nessuna delle squadre degli investigatori si è mai accorta che c’era un’intera ciocca di capelli, continua a pensare, sì pensa che mi sono tagliato i capelli per non nascondere il fatto che… anche, se poi, tagli i capelli, ma il capello è uguale lo stesso, il capello è uguale, e quindi vogliamo analizzare il capello lì? Se anche fosse corto, è uguale”.