Gaia Randazzo, la ragazza scomparsa sul traghetto: gli ultimi aggiornamenti (2 / 2)

Stando al racconto del fratello, lui e Gaia sono andati a dormire poco dopo la partenza ma, quando il venerdì mattina, alle 7.30, il ragazzo si è svegliato, non ha trovato più la sorella accanto a lui. Ha iniziato a cercarla per poi lanciare immediatamente l’allarme.

Ogni centimetro del traghetto è stato passato al setaccio, dalle cabine, alla stiva, sino alle auto, ma nulla, della 20enne neanche l’ombra. Gli accertamenti si stanno concentrando sullo smartphone della scomparsa, contenente, in particolare, un messaggio davvero inquietante che la Randazzo aveva scritto da indirizzare ad un amico. Per assenza di campo, quell’sms non è mai partito, non ha mai raggiunto il destinatario ma il contenuto è davvero terribile. In esso, infatti, la 20enne lodigiana chiedeva perdono per il gesto che stava per compiere ad un giovane cui era molto legata.

Se il cellulare ha un’enorme importanza, che potrebbe amplificarsi se gli inquirenti riuscissero a risalire all’orario esatto del tentato invio del messaggio, in modo da poter passare in rassegna il tratto di mare in cui il traghetto si trovava proprio a quell’ora, c’è un altro importantissimo elemento che è stato rinvenuto, appartenente proprio a Gaia.

Dal sito CremonaOggi.it veniamo a sapere che, sulla panchina di uno dei ponti del traghetto, oltre allo smartphone, è stata ritrovata una felpa della scomparsa. Ecco che i dubbi, gli interrogativi, le ipotesi si fanno ancora più cupi, più sinistri. Come mai e perché mai la 20enne, con il freddo di una notte d’autunno, in mare, si sarebbe dovuta sfilare la felpa? C’è qualcuno che le ha detto di toglierla o è stata lei stessa a liberarsi di quel “peso” in modo da riuscire a portare a termine più facilmente il suo gesto estremo? In buona sostanza, Gaia si sarebbe volontariamente tolta quell’indumento ingombrante di dosso per facilitare il suo suicidio, per porre fine alla sua esistenza? Quanta importanza va data a quella felpa? Ha a che fare qualcosa con la sua scomparsa? Le è stata regalata da qualcuno che l’ha fatta soffrire e che ha voluto a tutti i costi dimenticare?

Che fine ha fatto Gaia? E’ questa la domanda primaria. Per poter rispondere, la Procura di Palermo ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio a carico di ignoti. Questo è un atto dovuto, necessario per poter svolgere tutti gli accertamenti investigativi necessari per risolvere il caso. Sulla base del messaggio ritrovato nel cellulare e della felpa che rappresentano gli elementi attualmente a disposizione degli inquirenti, l’ipotesi ad oggi più accreditata è che la 20enne, a causa di una delusione amorosa, si sia tolta la vita, gettandosi in mare.