E’ trascorsa circa una settimana dal delitto di Sara Campanella, una studentessa universitaria di 22 anni. A toglierle la vita Stefano Argentino, un collega di studi che la tormentava da due anni. Nonostante le sue insistenze, Sara aveva sempre respinto le avances di Argentino, che non aveva mai denunciato il suo comportamento, forse sottovalutando il pericolo.
Il giorno del delitto, Sara stava terminando il suo tirocinio ospedaliero e si dirigeva verso la fermata dell’autobus quando è stata avvicinata da Argentino, che l’ha trafitta ripetutamente al collo con una lama. Nonostante i tentativi di soccorso, Sara è deceduta poco dopo in ospedale. Il suo killer è finito in manette poche ore dopo a Noto, nel siracusano, dove si era rifugiato in un bed & breakfast gestito dalla madre.
Il triste episodio ha suscitato un’ondata di indignazione in tutta Italia, con manifestazioni di protesta a Messina, Roma, Bologna e altre città. Le università di Messina e La Sapienza di Roma hanno organizzato momenti di silenzio in memoria delle vittime, sottolineando la necessità di un cambiamento culturale profondo.
Ieri, 6 aprile, è stata allestita la camera ardente nella chiesa delle Anime Sante, situata in piazza Comitato, per rendere omaggio a Sara Campanella. Oggi, lunedì 7 aprile, alle 10:30, si sono svolti i funerali presso la chiesa San Giovanni Battista, con una cerimonia che ha visto la partecipazione di familiari, amici e colleghi, commossi dalla triste perdita.
Un momento di grande dolore per la comunità di Messina, che si è unita nel ricordo di una giovane vita spezzata. Proprio durante la cerimonia, non è passato affatto inosservato il dettaglio della bara. Cosa è successo al feretro della povera Sara? Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.