La salma della povera studentessa 22enne Sara Campanella, è arrivata nella chiesa San Giovanni Battista, nella piazza di Misilmeri, dinnanzi ad una marea di gente che è accorsa per darle un ultimo saluto. nel giorno dei suoi funerali ed è impossibile riuscire a trattenere le lacrime dinnanzi ai giovani che hanno sulle maglie la scritta: no violenza.
I familiari, stretti nel massimo riserbo e nel silenzio, hanno portato con loro una foto di Sara e un palloncino a forma di cuore. Del resto, in questi momenti, è impossibile trovare la forza di parlare, se si pensa al modo in cui Sara è stata stroncata, strappata all’affetto e all’amore di chi le voleva bene.
Per consentire a tutti di poter seguire il funerale, in piazza è stato allestito un maxi schermo e campeggiano ovunque striscioni in ricordo di Sara e contro la piaga dei femminicidi.
A presenziare la cerimonia funebre, il sindaco di Messina, Federico Basile, che ha proclamato per oggi il lutto cittadino nella città dello Stretto e la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, che conferirà la laurea a memoria di Sara Campanella, prossima alla laurea in Tecniche di laboratorio biomedico.
Sara aveva il compito di far crescere la bellezza nel mondo attraverso i suoi studi universitari, la realizzazione della sua professione e la relazione con l’uomo che liberamente aveva scelto di amare, è stato detto nel corso della cerimonia funebre, nella quale la madre di Sara non ha retto, in un fiume di lacrime, nel toccare il feretro. Il suo volto è quello di una donna, rimasta orfana dell’adorata figlia, in un modo brutale, freddata per strada per un interesse non corrisposto. Del resto, tutti noi avremmo voluto abbracciarla, immedesimandoci in ciò che sta provando. E’ una donna che ha perso per sempre la sua ragione di vita e questo è un qualcosa che va contro natura, contro ogni logica.