A Bellaria, nella quiete della Riviera Romagnola, una sera di fine ottobre si stava spegnendo con il ritmo pacato della bassa stagione. La routine costiera aveva tirato un velo di normalità sul litorale, ma quell’equilibrio era destinato a rompersi in un attimo. Evan Oscar aveva appena 18 anni, e la promessa di futuro scorreva veloce insieme a lui.
Sulla sua motocicletta, lungo la strada a Bellaria-Igea Marina, ogni cosa parlava di gioventù e di libertà. Per chi era lì, il fruscio del vento e il rombo discreto del motore creavano l’unica colonna sonora del momento.
Nessuno poteva immaginare l’arrivo del colpo di scena. Poi, nel tratto cittadino, qualcosa si è spezzato. Non c’è stato alcun contatto con altri veicoli, nessuna manovra azzardata da parte di terzi: solo la motocicletta che, inspiegabilmente, ha tradito il suo conducente.

L’improvvisa e fatale perdita di controllo ha trasformato il viaggio del giovane in una traiettoria cieca e inarrestabile. In una frazione di secondo, il mondo ha smesso di essere la strada, il vento, l’orizzonte. È diventato il palo della luce che si stagliava sull’asfalto, meta di un sinistro assurdo.
La sua storia, purtroppo, è l’ennesimo racconto di un’energia vitale che si è scontrata, senza preavviso, con un destino avverso. La sua motocicletta era il simbolo di quella libertà, di un futuro che si sentiva in pugno.
Il boato dell’urto ha squarciato il silenzio, rimbalzando tra le vie come un tuono a ciel sereno. Subito dopo, la quiete è tornata, ma era un silenzio innaturale, gravido di un’attesa straziante.