Fratelli Bianchi in carcere, “Gesto estremo”: ecco cosa sta succedendo (2 / 2)

I due fratelli Bianchi, che da sempre si sono professati innocenti, bravi ragazzi, appassionati di sport, lontani anni luce dagli appellativi di “mostri” e “assassini” che li sono stati affibbiati, con insulti sui loro profili social, vittime, a loro dire, di un processo mediatico, così come sostenuto dal loro legale, sono sorvegliati a vista, h 24, per paura che possano compiere gesti estremi o essere presi di mira e aggrediti da altri detenuti.

Marco e Gabriele sconteranno l’ergastolo da separati. Se Gabriele resta nel carcere romano di Rebibbia, il fratello Minore Marco sta per essere trasferito in un’altra sede. Dopo l’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, non sono più una sola mente ma 2 soggetti distinti, che sconteranno la pena singolarmente. Chiamati i gemelli, 27 anni Gabriele, 26 Marco, esperti i Mma, l’arte marziale mista portata alle estreme conseguenze, venivano chiamati per spedizioni punitive, insomma per farla pagare a chi, secondo loro, avesse sbagliato.

Ora, i Bianchi, iper tatuati, dal fisico palestrato, con l’immagine da bulli, arrogante, non potranno più spalleggiarsi l’uno con l’altro perché devono fare i conti con gli altri detenuti. Da quanto si è appreso, Gabriele ha iniziato a lavorare come volontario come «aiuto scrivano spesa». Si tratta forse, del primo atto di umanità, mostrato subito dopo la sentenza che gli ha decretati gli assassini principali del povero Willy.

L’ultimo loro abbraccio è quello lungo, commosso, forte tra 2 fratelli, nella gabbia degli imputati, subito dopo la pronuncia. Dopo l’arresto i Banchi sono stati minacciati e insultati pesantemente dagli altri detenuti. A raccontare quanto accaduto è proprio Gabriele, al loro terzo fratello, che si è recato a Rebibbia per andarlo a trovare.

Questo quel che si coglie dalle intercettazioni: “Marco sta sempre da solo, si fa i capelli da solo, cucina da solo, lava da solo. Lo chiamano infame”, aggiungendo: “Ci stanno i bravi e ci stanno quelli non bravi, le merde”. Dalle ricostruzioni è emerso che sarebbero stati sputati addosso da alcuni carcerati, altri avrebbero messo un chiodo dentro al dentifricio. E ancora sputi della pasta. Nessuna pietà per Mario Pincarelli che gli altri detenuti vorrebbero vedere suicidato.