Filippo Turetta, il gesto durante l’interrogatorio (2 / 2)

Nella giornata di ieri Filippo Turetta ha avuto un primo colloquio con il suo avvocato Giovanni Caruso, con il quale avrà concordato la strategia difensiva in vista dell’importante interrogatorio di oggi. Vi erano sostanzialmente 3 possibilità: non rilasciare dichiarazioni, rispondere alle domande oppure limitarsi a rilasciare dichiarazioni spontanee.

Pochi dubbi sul fatto che il presunto colpevole debba preoccuparsi innanzitutto di allontanare l’accusa di premeditazione. Sono molti, infatti, indizi che portano infatti verso questa direzione, come per esempio il borsone rinvenuto dalla polizia tedesca nella Fiat Punto nera di Turetta, dove erano presenti vestiti di ricambio e la possibile arma del delitto: un coltello da cucina di 12 cm.

Alla fine il 22enne di Torreglia si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti alla gip di Venezia Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni. Ma a lasciare tutti di stucco è stato un gesto improvviso di Turetta prima alzarsi per essere riportato in cella, probabilmente il frutto di tanta tensione accumulata in questi giorni.

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Dopo aver optato per la possibilità di schivare, almeno per ora, le domande dell’interrogatorio, Turetta è scoppiato a piangere. Un gesto improvviso ma che non stupisce più di tanto considerando lo stress ed il rimorso che inizierà a tormentare la mente del giovane.

In una dichiarazione rilasciata ieri ai cronisti, il legale di Turetta aveva rivelato di non presentare alcuna istanza di riesame nè di affievolimento della misura della custodia cautelare nel penitenziario di Verona.