Febbre Oropouche, ci sono i primi decessi: ora è allarme (2 / 2)

La febbre Oropouche sta diventando sempre di più uno spauracchio per il mondo, alimentando il timore di fare nuovamente i conti con una pandemia come quella del 2020. In particolare, a far alzare le antenne è la notizia dei primi decessi registrati a causa di questa patologia.

Due giovani donne brasiliane nello stato di Bahia, sarebbero decedute dopo aver contratto l’infezione. Questi decessi segnano un’escalation preoccupante di un’epidemia in corso, con oltre 7.200 casi registrati quest’anno in 20 stati brasiliani, particolarmente nelle regioni settentrionali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme sulla situazione, e in Italia sono stati registrati quattro casi in soggetti di ritorno da Cuba e Brasile. Sebbene non ci siano state trasmissioni locali, l’ospedale Spallanzani di Roma ha emesso un’allerta per la rete regionale di patologie infettive, esortando i medici a considerare la febbre Oropouche nella diagnosi differenziale di pazienti con sintomi febbrili di ritorno da aree endemiche.

La possibilità di trasmissione verticale da madre a figlio è un ulteriore elemento di preoccupazione, con casi di decessi fetali e malformazioni congenite segnalati. Identificata per la prima volta nel 1955, la febbre Oropouche si trasmette attraverso la puntura di insetti come zanzare e moscerini. Attualmente, non esistono vaccini o trattamenti specifici per la malattia, rendendo la prevenzione attraverso misure di protezione dagli insetti il metodo più efficace.

 

Chi viaggia in aree endemiche deve adottare precauzioni come l’uso di repellenti, indossare abiti coprenti e installare zanzariere. In caso di sintomi sospetti dopo un viaggio in queste zone, è indispensabile consultare immediatamente un medico. La febbre Oropouche rappresenta una crescente minaccia, in particolare per le donne incinte, sottolineando l’importanza di una vigilanza continua e di misure preventive.

La situazione richiede una risposta coordinata a livello internazionale per monitorare e contenere la diffusione della malattia, proteggendo le popolazioni più vulnerabili e sensibilizzando sull’importanza delle precauzioni contro le punture di insetti.