Fan si fanno selfie con il Papa dentro la bara: finisce malissimo (2 / 2)

L’immagine di fedeli che si scattano selfie davanti alla salma di Papa Francesco ha scatenato un mare di polemiche. Mentre migliaia di persone attendono in fila per ore per rendere omaggio al Pontefice, alcuni visitatori trasformano il momento di raccoglimento in un’occasione per condividere la propria presenza sui social network.

Un comportamento che molti considerano una grave mancanza di rispetto, ma che secondo gli esperti nasconde dinamiche psicologiche complesse. La professoressa Daniela Villani, psicologa dell’Università Cattolica di Milano, offre una chiave di lettura a questo fenomeno.

Scattarsi una foto in queste circostanze equivale a dire ‘Io c’ero‘”, spiega l’esperta, sottolineando come il gesto risponda a un duplice bisogno: documentare la propria presenza e ottenere consenso sociale. “È diventata una modalità attraverso cui le persone fruiscono superficialmente delle esperienze senza viverle profondamente”, aggiunge Villani, evidenziando come questa pratica rappresenti un meccanismo di difesa psicologica per gestire emozioni intense.

Secondo l’analisi della psicologa, il selfie davanti al feretro crea un paradosso: mentre apparentemente dimostra partecipazione, in realtà stabilisce una distanza emotiva. “Questo atteggiamento svuota il senso autentico della partecipazione“, osserva Villani, precisando che ciò non significa necessariamente mancanza di devozione. Molti fedeli potrebbero avvicinarsi alla salma con sincero trasporto spirituale, per poi cedere alla tentazione di immortalare il momento sotto la spinta di meccanismi sociali ormai interiorizzati.

In un’epoca dove ogni esperienza viene misurata in like e condivisioni, persino i momenti di lutto collettivo rischiano di trasformarsi in contenuti da consumare rapidamente. Mentre la Chiesa si prepara a dare l’ultimo saluto a Papa Francesco, questa controversia ci costringe a riflettere sul nostro rapporto con il sacro nell’era dei social media.