In un angolo d’Italia dove la natura sembrava proteggere un equilibrio antico, il tempo pare essersi fermato. Sotto le fronde di un bosco che è stato rifugio e casa, il silenzio di questo inverno racconta una storia di distacchi forzati e di una normalità improvvisamente spezzata.
In questo scenario di attesa sospesa, la quotidianità fatta di ritmi lenti e contatto diretto con la terra ha lasciato il posto a un rigido protocollo burocratico. Il legame tra genitori e figli, un tempo intrecciato nella libertà della natura, si trova ora a dover attraversare il filtro stretto delle aule giudiziarie.
Ogni gesto, ogni ricordo della vita precedente, viene ora osservato sotto una lente diversa, mentre il desiderio di ricongiungimento diventa l’unico faro in una tempesta di carte e perizie.L’eco di una scelta di vita radicale risuona ancora tra i sentieri, ma oggi non ci sono passi che corrono liberi sul muschio.
La distanza forzata ha trasformato il paesaggio familiare in un mosaico di frammenti da ricomporre, dove ogni parola pesa come un macigno sul futuro di un intero nucleo. Si avverte una tensione palpabile, quella di chi sa che i prossimi mesi decideranno se quel bosco tornerà a essere una casa o resterà solo un monumento al passato.Nonostante la speranza, il destino di questa famiglia resta appeso a un filo sottilissimo, tracciato da una serie di esami decisivi che inizieranno proprio quando le luci delle feste si spegneranno.
La tremenda notizia sulla famiglia nel bosco nel giorno di Natale è appena arrivata ed è stata un colpo al cuore per tutti coloro che stanno seguendo gli sviluppi di questo caso che ha scosso il mondo dell’informazione nazionale, travalicando ben oltre i confini d’Italia.