
La storia della famiglia Birmingham-Trevallion continua a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica, suscitando dibattiti sullo stile di vita alternativo e sui diritti dei minori. Catherine Birmingham, australiana con cittadinanza maltese, e il marito Nathan Trevallion, britannico, avevano scelto dal 2021 di vivere “off-grid” in una proprietà immersa nei boschi di Palmoli, in Abruzzo.
La scelta di isolamento e autosufficienza, però, ha finito per sollevare preoccupazioni che hanno portato all’intervento delle autorità italiane. Attualmente, i bambini sono stati collocati in una struttura protetta a Vasto, dopo una decisione del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. La madre può vederli, ma non trascorrere la notte con loro.
In un’intervista rilasciata al Daily Mail, Sharlene, sorella di Catherine, ha descritto la drammatica situazione: “I bambini sono stati messi in una casa con assistenti sociali presenti costantemente. Loro stanno al piano inferiore, mentre Catherine è al piano superiore sotto sorveglianza. Vengono trattati come se avessero commesso un reato, non come bambini”.

Sharlene ha aggiunto che i piccoli sono profondamente turbati dall’ambiente istituzionale, molto distante dalla tranquillità e dalla libertà del bosco: “C’era uno sguardo di choc sui loro volti. Il luogo è recintato, una vera e propria istituzione. Nathan sembra non aver chiuso occhio da giorni”.
La sorella di Catherine arriverà nelle prossime settimane in Italia per offrire sostegno alla madre. Nel frattempo, la vicenda continua a suscitare discussioni sulle modalità di tutela dei minori, sull’autosufficienza e sul confine tra libertà genitoriale e responsabilità dello Stato nella protezione dei bambini.