Quella che in un primo momento poteva sembrare una speculazione mediatica si è rivelata una verifica concreta. La Procura ha acceso un faro sul mistero finanziario della famiglia di Palmoli, decisa a comprendere con chiarezza la natura e la portata delle loro risorse.
L’attenzione istituzionale è cresciuta a tal punto da richiedere un intervento pubblico da parte del Guardasigilli, il ministro Carlo Nordio. Dal Ministero, in Abruzzo, è arrivata la conferma: il caso è attualmente sotto la lente di ingrandimento di verifiche approfondite che stabiliranno la portata dell’intera vicenda.
Si tratta, ha specificato il ministro, di accertamenti in corso che potranno portare a due esiti: la chiusura immediata della materia o la necessità di proseguire con l’indagine. Nonostante la rilevanza della questione, fino ad oggi non risulta che sia stato inviato alcun ispettore formalmente, ma l’intervento di Nordio sottolinea che il quadro non è per nulla di facile lettura.
Nell’analisi dei movimenti bancari, è venuto fuori che al 31 marzo 2025, l’attivo era di soli 128 euro, saliti a 362 euro al 30 giugno. Le entrate complessive nel periodo considerato ammontano a circa 19mila euro, provenienti in larga parte da bonifici dei familiari, alcuni dei quali superano i 2.000 o i 5.000 euro. Le somme tra i 100 e i 150 euro corrispondono invece, secondo quanto dichiarato, a piccole prestazioni lavorative svolte da Catherine in Italia. Tra i movimenti più discussi vi è una donazione da 400 euro a favore di John Cipolla, rappresentante dell’Alliance of Indigenous Nations, un’entità collegata a presunti tribunali paralleli.
Queste rivelazioni hanno scatenato forti reazioni sui social media, dove molti utenti hanno espresso incredulità sulla possibilità di mantenere tre figli con tali risorse. “Lavori da 100 euro al mese? Ma scherziamo? Non è possibile andare avanti così“. “Se davvero sono queste le cifre allora le cose cambiano”. “Com’è possibile mangiare con quei soldi? Non è possibile“. La famiglia anglo-australiana, che aveva scelto il silenzio dei boschi di Palmoli, ha involontariamente aperto un fronte di indagine sulla loro capacità economica che, al momento, rimane un caso aperto e in attesa di una risoluzione ufficiale.