Si parla di caldo record in Italia e nell’intero bacino Mediterraneo nelle ultimissime previsioni relative all’estate 2025, con anomalie termiche sulla superficie terrestre e oceanica che finora non si sono mai avute, preparando ondate di calore precoci, persistenti e tardive, che potrebbero avere conseguenze davvero pericolose sotto tanti aspetti.
Sulla base degli ultimi dati della NOAA, febbraio ha registrato 1,26 °C in più rispetto al valore di riferimento, classificandosi come il terzo più caldo della storia italiana e il timore è che tutto il 2025 diventi il più caldo mai misurato. Nell’emisfero sud, a marzo, ovvero in pieno autunno australe, l’interno dell’Australia ha sfiorato i 40 °C e poche settimane prima, a Rivadavia nel nord argentino, il termometro ha toccato 46,5 °C.
Ma per quale motivo si hanno questi enormi picchi? Dipende dall’ITCZ (Intertropical Convergence Zone), ossia dalla fascia di bassa pressione dove gli alisei di emisfero nord e sud convergono, dando origine a imponenti moti convettivi, fungendo da cerniera climatica tra i due emisferi. Spostandosi verso nord più della media, essa veicola aria calda e umida fin sopra il deserto del Sahara ma anche oltre, facendo si che le correnti subtropicali raggiungano il Mediterraneo durante i tre mesi estivi, traducendosi in ondate roventi sull’Europa meridionale.
Il riscaldamento non rallenterà e, questa estate, in Sicilia e in Sardegna si potrebbero raggiungere valori superiori a 50 °C, pur con temperature reali anche “solo” intorno ai 40 °C; in quanto l’umidità relativa supera il 45 %. Questo riduce la sudorazione, rendendo il colpo di calore uno scenario troppo preoccupante per la salute e la sopravvivenza. Se un tempo si trattava di scenari occasionali, entro metà secolo, se non si invertirà la curva emissiva, diventeranno ricorrenti.
Le premesse attuali prevedono un meteo dell’estate 2025 che potrebbe replicare, se non superare, gli estremi del 2023 e 2022, quando in Sardegna si toccarono 48,2 °C e in Sicilia 48,8 °C. Sono previste ondate multiple di calore: la prima tra fine maggio e inizio giugno, una centrale in pieno luglio e una tardiva tra fine agosto e settembre, a cui si somma il rischio di notti tropicali, con minime sopra i 25 °C. Un allarme non da poco, in quanto sono a rischio la salute, l’agricoltura e gli ecosistemi mondiali.