Esce di casa ogni notte e compie cose tremende: la scoperta choc (2 / 2)

E’ una storia dalle tinte forti: Grazie al prezioso intervento dei Claudio Foti, psicoterapeuta che dirige il centro Hansel e Gretel di Torino, la Stampa ha realizzato un servizio davvero fortissimo.  In una delle stanze dell’associazione, c’è un uomo di nome Massimo che tossisce piano, come se un grumo di polvere gli fosse entrato in gola. Gli succede tutte le volte in cui deve  raccontare la sua storia.

Una storia sconvolgente, per cui, confessa che gli viene anche la pelle d’oca. Con la tensione impressa nel volto, parla con il giornalista, dicendo di avere 57 anni e di essere un imprenditore di successo, che sta bene economicamente e che sta per convolare per la seconda volta a nozze con una donna conosciuta al centro. E’ grazie all’associazione Hansel e Gretel se è riuscito a risalire dal baratro in cui era caduto, dopo una vita atroce, fatta di continui abusi sessuali che ha deciso, con la voce rotta, di raccontare. E’ stato violentato dai 4 ai 14 anni prima dal padre, poi dagli amici del padre orco, infine da una setta. Si parla, dunque, di abusi rituali, pur essendo sicuro che nessuno, tra le aule dei tribunali, forse, lo crederà. Ha un passato tremendo che passato, in realtà, non è mai stato in quanto quegli incubi lo pervadono ogni giorno. 

Queste le sue dichiarazioni, rese nel 2018 a La Stampa: “Ho rimosso ogni cosa fino ai diciotto anni. Cancellato. Come se non esistesse. Credevo di avere avuto una vita normale. Solo che non riuscivo a entrare in contatto con le mie emozioni. E anche il mio corpo aveva delle reazioni strane. Al dolore, per esempio, era come se non lo sentisse. All’improvviso i ricordi hanno ricominciato ad affiorare. È stata dura”. E’ un uomo provato che non riesce più a percepire il dolore fisico, anche se gli capita di ustionarsi. 

Gli tornano continuamente in mente, nel raccontare il suo calvario, gli abusi sessuali del padre, che lo chiamava in cantina per abusare di lui; dei suoi amici mascherati per non farsi riconoscere che lo violentavano, di calici pieni di sangue e di sperma, di animali sgozzati. Ma non è tutto, perché è finito in ospedale dopo la violenza di due pedofili, all’età di 12 anni

Massimo ha avuto figli dal primo matrimonio con cui non è mai stato aggressivo, tranne in un caso che ha trovato la forza di raccontare. Un giorno, in bagno, ha avuto l’impulso di affogare il più piccolo. Queste le sue fortissime parole: “stavo andando verso di lui per ucciderlo, ma nello specchio ho visto un’immagine che non ero io. Era mio padre. Ho capito che mi dovevo fermare”. Dopo anni di terapia, Massimo è in grado di ricominciare e non possiamo che augurargli il meglio.