"Ero nel panico". Garlasco, l’intercettazione che sconvolge tutti (2 / 2)

Il documento sonoro, rivelato durante la trasmissione Quarta Repubblica, riporta a galla una conversazione avvenuta il 18 agosto 2007, pochi giorni dopo l’evento. Protagonista è Alberto Stasi, che al telefono con il suo avvocato dell’epoca, l’avvocato Giarda, esclama con voce rotta: “Ero nel panico”. Questa ammissione si riferisce ai momenti in cui il giovane entrò nella villetta di via Pascoli, descrivendo una scena di emergenza vitale che lo avrebbe lasciato paralizzato.

Le autorità, rappresentate dai Carabinieri di Vigevano, avevano all’epoca analizzato ogni spostamento del ragazzo, cercando incongruenze nelle sue scarpe e sui pedali della bicicletta.Il dialogo inedito mostra uno Stasi profondamente scosso, che spiega al legale di non aver capito subito la gravità di quanto accaduto a Chiara Poggi.

Le sue parole, “non sapevo cosa fare”, sembrano contrastare con la ricostruzione accusatoria che lo dipingeva come un freddo calcolatore capace di ripulire ogni traccia di azione violenta.Nonostante queste nuove sfumature emotive, la giustizia ha fatto il suo corso con una condanna definitiva a 16 anni di reclusione per il delitto di Garlasco.

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Oggi, l’uomo sta scontando la pena nel penitenziario di Bollate, continuando a dichiararsi estraneo ai fatti contestati.L’audio appena diffuso aggiunge un tassello umano a una vicenda che ha diviso l’Italia per quasi due decenni.

Resta il fatto che, al di là delle intercettazioni, la verità processuale ha individuato in lui il responsabile della fine di una giovane vita, lasciando una comunità intera ancora in cerca di una pace definitiva. Vedremo come andrà a finire la vicenda in questione tutta Italia attende.