"Era inaffondabile" Parla il costruttore della nave: ecco di chi è la colpa del naufragio (2 / 2)

Il naufragio del lussuoso yacht “Bayesian“, avvenuto il 19 agosto al largo di Palermo, continua a sollevare interrogativi su causa e responsabilità. La tragedia ha attirato l’attenzione della procura di Termini Imerese, guidata dal procuratore Ambrogio Cartosio, che sta indagando sull’accaduto.

Ma a suscitare molto scalpore sono le parole del costruttore “Bayesian”, Giovanni Costantino dell’Italian Sea Group. Secondo l’amministratore delegato, l’imbarcazione avrebbe dovuto resistere alle condizioni avverse ed è da escludere l’ipotesi che l’affondamento sia stato causato da un cedimento strutturale, come il presunto spezzamento dell’albero maestro, definendo tali affermazioni come “bufale” dannose per l’immagine dell’azienda.

L’imbarcazione avrebbe dovuto resistere alle condizioni avverse, e Costantino ha puntato il dito sull’equipaggio, sottolineando che se avesse eseguito le manovre corrette, l’incidente avrebbe potuto essere evitato. In particolare, ha sottolineato l’importanza di chiudere ermeticamente lo scafo e la coperta e di accendere i motori, sollevare l’ancora e abbassare la chiglia per mantenere la stabilità.

Il navigatore Andrea Mura ha avanzato ulteriori ipotesi, suggerendo che la deriva del “Bayesian” fosse sollevata e che alcuni boccaporti potessero essere stati lasciati aperti per ventilare l’interno della nave, facilitando l’ingresso dell’acqua. Mura si chiede anche perché, in una notte di maltempo, l’equipaggio non abbia preferito restare in porto per evitare i rischi legati a una sosta in rada.

Le indagini sono ancora in corso e l’ipotesi di un errore umano sembra sempre più probabile come causa principale del naufragio. Solo con la conclusione dell’inchiesta si potranno determinare con certezza le responsabilità di questa tragedia che ha scosso il mondo della nautica e non solo.