
La risposta drammatica a quell’interrogativo risiede nella riprova offerta da un video diffuso in rete: l’episodio, risalente all’11 novembre 2025, ha avuto come teatro la Cina. Qui, le grandi opere infrastrutturali si trovano spesso a confrontarsi con forze naturali che ne mettono alla prova la resistenza e l’efficacia.
Il filmato, che documenta con una chiarezza sconcertante la dinamica del fallimento strutturale, mostra il momento esatto in cui il ponte autostradale si disfa. In meno di dieci secondi, la carreggiata crolla completamente su sé stessa, scomparendo in una nuvola di polvere.Un’analisi preliminare, basata sulle riprese, ha subito richiamato l’attenzione sulle sfide ingegneristiche. Tali cedimenti inattesi, infatti, sono un monito costante in quelle aree particolarmente esposte a condizioni meteorologiche estreme.
Il crollo di un’opera di questa portata non resta un evento isolato, ma si consolida come un potente segno lasciato da un incidente che impone una riflessione globale. La discussione ora verte sulla longevità e la sicurezza delle grandi costruzioni moderne.Si tratta di ripensare i materiali e i progetti, per assicurare che la fiducia riposta in queste strutture non venga mai più tradita.

Il crollo ha interessato precisamente il ponte Hongqi, nella provincia sud-occidentale del Sichuan, lungo 758 metri e inaugurato solo pochi mesi fa. La grande arcata dell’infrastruttura si è sbriciolata in pochi attimi lungo una autostrada nazionale che collega il cuore della Cina al Tibet, senza causare decessi grazie alla chiusura preventiva del ponte.
Insomma una situazione davvero particolare che ci fa capire a volte quanto alcune infrastrutture possano essere pericolose in questo caso la prevenzione ha evitato il peggio.