Emilio Fede, l’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno (2 / 2)

Spesso si è sentito parlare di quanto succederebbe alle donne nel mondo dello spettacolo ma anche della televisione. Infatti da più parti si dice che chi volesse fare carriera in questo settore deve scendere a compromessi anche di natura intima.

Adesso una sentenza del Tribunale di Milano specifica che si tratta di un abuso costringere una donna ad effettuare delle prestazioni anche utilizzando delle modalità subdole. Proprio per questo Emilio Fede dovrà risarcire con 25mila euro Ambra Battilana, ex Miss Piemonte e al cento dell’inchiesta sul bunga-bunga.

La donna ha raccontato che dopo la vittoria di Miss Piemonte Fede l’aveva invitata a fare la “meteorina” in televisione senza fare alcun saggio lavorativo. Lo stipendio era di circa 3.000 euro a settimana. Ma come sempre non è tutto oro quel che luccica. Infatti qualche giorno dopo ad Ambra e all’amica Chiara Danese viene notificato un invito dallo stesso Fede per prendere parte ad una festa ad Arcore.

Qui quella che doveva essere appunto una cena si sarebbe trasformata in una serata a luci rosse. Alcune ragazze presenti si sarebbero fatte toccare e ad una di loro si era tolto anche il vestito. Dopo di ciò una statuetta rappresentante un fallo sarebbe fatta passare tra i presenti e quindi anche in mano di Ambra e Chiara.

Le due, visibilmente imbarazzate e anche un po’ intimorite, vengono invitate dalle altre ragazze a lasciarsi andare. “Ma che dobbiamo fare? Dobbiamo “darla”? – così chiese Ambra alle altre ragazze che non ci sono state a quanto accadeva, e per questo Fede le fece riaccompagnare a Milano.

Secondo il giudice Damiano Spera, che ha ascoltato gli argomenti del legale difensore della ragazza, Samuele De Santis, Ambra sarebbe stata “adescatata per un presunto casting per Mediaset” ma dopo quanto successo ci sarebbe stata “la forte delusione nel prendere atto che la sua bellezza e l’aspirazione di successo come modella fossero state sfruttate da persone amorali per turpi finalità, che l’avrebbero deprivata della propria personalità e ridotta a donna-oggetto: un ulteriore meschino episodio, sia pure con più subdole modalità, di violenza contro le donne” – questa la sentenza del giudice.