Emanuela Orlandi, il clamoroso annuncio è arrivato pochi minuti fa (2 / 2)

Il 14 gennaio è stato il compleanno di Emanuela Orlandi e il fratello Pietro, che in tutti questi anni ha rivolto incessanti appelli al fine di avere giustizia e verità su sua sorella, lo ha trascorso nel sitò-in, organizzato a Largo Giovanni XXII, a Castel Sant’Angelo, dalle 16.30 alle 18.30. Sua sorella oggi avrebbe compiuto 55 anni assieme alla sua famiglia ma non si sa che fine abbia fatto. Pietro, in una lunga intervista rilasciata ad affariitaliani.it, ha dichiarato: “Finché non avrò la prova della sua morte, ho il dovere di cercarla viva. Emanuela in questo momento è iscritta all’anagrafe vaticana come vivente, perché non c’è mai stata una dichiarazione di morte presunta”. 

Pietro si è lasciato andare ad una lunga e forte convinzione: E’ convinto che Ratzinger, Wojtyla e Papa Francesco sappiamo cosa sia successo a sua sorella, anche se vuol capire come si intenderà procedere ora che c’è stata la riapertura del caso. L’operazione silenzio è stata finalmente chiusa , pertanto sarà il tempo delle indagini, degli interrogatori e, chissà, di qualcuno che si presenterà spontaneamente, dicendo quel che sa.

Pietro Orlandi è favorevole ad una commissione parlamentare d’inchiesta, mentre ritiene che in Vaticano ci siano diverse fazioni divergenti. Pietro non vuole illusioni, ma chiarezza (qualunque sia il prezzo della verità), pur mettendo in conto un’altra ipotesi: che il caso Emanuela Orlandi venga usato per le lotte interne in Vaticano. Quando gli si chiede a cosa si riferisca, Pietro parla di diversi canali ostili a Papa Francesco, che sperano nelle sue dimissioni, che spingono per convincerlo a presentare. Al che, Pietro si chiede: “ E chi mi assicura che Bergoglio non lo abbia fatto per reazione, magari conoscendo il dossier su Emanuela e le persone eventualmente coinvolte?”

Riguardo al legame tra Emanuela e la guardia svizzera Alois Estermann, trovato morto nel 1998 insieme alla moglie Gladys Romero e al subordinato Cedric Tornay, Pietro fa notare come le prime due persone che sono entrare a ispezionare la casa di Estermann, dopo la sua morte, siano stati il Cardinale Re e il gendarme Raul Bonarelli, guarda caso, entrambi legati alla vicenda di Emanuela. Ed ecco il punto focale dell’intervista: quella dei presunti abusi sessuali ai danni della Orlandi... una pista mai indagata. Anche su questo Pietro ha le idee chiare. Se la pista giusta è questa, per lui è servita per creare l’oggetto di un ricatto.

Il suo pensiero lo si intuisce in questo esempio: Facciamo un’ipotesi: se qualcuno avesse saputo che qualche personaggio importante era un pedofilo, portandogli la ragazzina “sbagliata” si sarebbe creato eccome un oggetto di ricatto”. Pietro oggi ha 63 anni, non vive più in Vaticano ma a Roma, si sente tradito dai papi, dal Vaticano, che è restato in silenzio e che non ha collaborato con loro per 40 anni. E’ un padre di ben sei figli, tre maschi e tre femmine; apprensivo, ansioso,  per la vicenda della scomparsa della sorella che lo ha segnato.  Eppure non ha mai smesso di essere ottimista, puntando alla verità e alla giustizia.