Eleonora Giorgi, per tanti mesi, ci ha sempre mantenuti aggiornati sulle sue condizioni di salute ma, a quanto pare, aveva pensato proprio a tutto, anche alla sua cerimonia funebre. Intervistata da Vanity Fair, l’attrice ha parlato apertamente dei suoi funerali, organizzati anzitempo. Perfettamente consapevole che il brutto male non le avrebbe lasciato molto tempo ancora, aveva raccontato di aver incaricato una sua cara amica dell’organizzazione del giorno dell’addio.
Con i suoi modi di fare sempre schietti, a Vanity Fair aveva raccontato come erano andate le cose. All’amica aveva detto: “Tesoro, il funerale me l’organizzi te. Perché voglio un servizio eccellente”. Puntando sulla praticità ma anche sulla qualità, Eleonora voleva che tutto fosse curato alla perfezione.
E non è tutto, in quanto alla prestigiosa rivista, aveva anche confidato: “Al mio funerale suonate i Pink Floyd”. Che dire, anche la musica, per lei, è quella elegante, che ha fatto la storia, insomma, raffinata e dolce nello stesso tempo.
Due i brani da lei scelti, A Whiter Shade of Pale e Wish You Were Here, uno in entrata e l’altro in uscita. Tutto organizzato con dovizia di particolari, dall’organizzazione della cerimonia funebre, alla musica d’accompagnamento del suo feretro, all’interno e poi, al termine dei funerali, fuori dalla chiesa.
Le esternazioni della Giorgi sono un riflesso della sua volontà , sino all’ultimo, di far vivere ai familiari un’atmosfera raccolta, intima, accomodante, sempre protesa a non urtare la sensibilità, in primis di chi le ha voluto bene, né a violare la loro sofferenza, legata al suo trapasso. I due brani scelti riflettono l’andamento della sua vita, un mix tra passione e malinconia, che ha costituito il nucleo portante dei suoi affetti e del suo lavoro, consacrandola come una delle attrici in assoluto più amate dagli italiani che oggi, ne piangono la dipartita. Addio immensa Eleonora.