Eleonora Giorgi aveva tentato di curarsi anche a Verona, dove voleva provare una cura sperimentale contro la neoplasia al pancreas, rivolgendosi, lo scorso anno, all’’Istituto del Pancreas al policlinico di Borgo Roma a Verona, primo centro in Italia e in Europa per la ricerca e la cura delle neoplasie più forti da sconfiggere, come quella pancratica.
A dirlo alla stampa, in particolare al Corriere, è stato il professore Davide Melisi, dell’Unità Terapie sperimentali in oncologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona , che ha dichiarato: «La signora Giorgi si era rivolta al nostro reparto nel 2024 perché aveva avuto informazioni sulle nostre cure sperimentali. Come facciamo per tutti i nostri pazienti che ne hanno i requisiti clinici, l’abbiamo inserita nel programma sperimentale di immunoterapia. È venuta tre o quattro volte perle terapie in day hospital, ma le sue condizioni erano ormai troppo compromesse per tollerarle. Sono molto dispiaciuto, ma è importante ricordare che le sperimentazioni vanno perseguite da subito, nelle fasi troppo avanzate della patologia non hanno la stessa efficacia».
Eleonora Giorgi aveva manifestato pubblicamente la sua speranza nel poter iniziare quanto prima il trattamento nell’ospedale scaligero e di questo aveva parlato in un’intervista televisiva, spiegando che nella struttura, i medici andavano a colpire i geni mutati . Tutto dipendeva dall’avanzamento della neoplasia e purtroppo per Eleonora non c’è stato nulla da fare.
Si definiva ” prigioniera di una piccola Guantanamo dove i medici si prendevano cura di lei, Eleonora. Il centro veronese scelto dalla Giorgi è d’eccellenza e i dati, indicativi dei grossi passi avanti della scienza, sono davvero impressionanti. Se fino a un decennio fa, la sopravvivenza a 5 anni della neoplasia operabile, con intervento chirurgico e chemioterapia, era del 20%, oggi si avvicina al 50%, più del doppio.
Dati, questi, che fanno ben sperare, facendo leva sulla tripletta costituita da una chemioterapia con farmaci di nuova generazione, che vengono veicolati con nanotecnologie e che sono più efficaci e meno tossici, da migliori tecniche chirurgiche con migliori dispositivi diagnostici radiologici e da nuovi farmaci che vanno ad agire sulle alterazioni genetiche. Il corpo di Eleonora Giorgi era già troppo compromesso per rispondere alla terapia.