Elena Del Pozzo, la terribile conferma su cosa ha fatto Martina Patti durante l’omicidio (2 / 2)

La Patti, prima di confessare il figlicidio, ha inscenato il rapimento, facendo credere agli agenti e agli inquirenti che la piccola le fosse stata sottratta, all’uscita dall’asilo, da un commando di uomini, esattamente 3 uomini incappucciati, di cui uno armato. Ma queste sue dichiarazioni, miste a tanti non ricordo, non hanno convinto sin da subito coloro che l’hanno ascoltata. Le attenzioni degli inquirenti e i sospetti di questi ultimi si sono concentrati proprio sulla Patti che, alla fine, ha vuotato il sacco.

Nessuno aveva sequestrato Elena, se non lei stessa che ha prima indicato ai carabinieri il campo incolto, a pochi metri dall’abitazione in cui vivono, dove ritrovare il corpicino esanime della bimba che avrebbe compiuto 5 anni il 12 luglio e che, invece, avrà 4 anni per sempre . In un secondo momento, ha confessato il delitto. E mentre è caccia il movente, papà Alessandro Del Pozzo è convinto che tutto sia stato dettato dalla gelosia della donna per il rapporto padre-figlia così speciale, unico, spingendola ad attuare il piano diabolico anche perché non avrebbe mai accettato che Elena potesse avvicinarsi e affezionarsi troppo alla sua nuova compagna.

Solo in queste ore, dalle indagini sono emersi dettagli importanti, che hanno permesso agli agenti di ricostruire gli ultimi istanti di vita della bimba, prima dell’aggressione mortale della madre… un’aggressione premeditata, dato che la Patti, prima di andare a riprendere la figlioletta dall’asilo, si era procura il kit con cui massacrarla: una pala, una zappa, i 5 sacchi neri in cui chiudere il corpo e il coltello da cucina.

Quest’ultimo, considerato l’arma del delitto, non è ancora stato ritrovato. Le forze dell’ordine, inoltre, avevano considerato l’ipotesi che la piccola, nel momento in cui la madre la stava ferendo a morte, avesse la testa coperta con una busta e pare che questo aspetto della tragedia abbia trovato, proprio in queste ore, delle conferme.

Nella relazione del gip, in quelle 15 pagine, è emerso che gli agenti hanno rinvenuto una busta con dei tagli, compatibili, pare, con quelli del coltello da cucina, non ancora ritrovato, nonostante le perlustrazioni dei Ris e l’utilizzo di droni. Nella stessa relazione è emerso che Elena ha cercato, per quanto possibile di difendersi, di rimanere saldamente aggrappata alla vita che sua madre le ha tolto con inaudita determinazione. Nella sua confessione, la Patti ha dichiarato che, mentre stava uccidendo la figlia, si è girata per non guardarla, infierendo con 11 coltellate, di cui una fatale, che ha reciso l’arteria succlavia.