Elena Del Pozzo, la scoperta choc sul corpo della bambina: “La mamma aveva un obiettivo preciso”. Ecco cosa ha fatto (1 / 2)

Elena Del Pozzo, la scoperta choc sul corpo della bambina: “La mamma aveva un obiettivo preciso”. Ecco cosa ha fatto

La piccola Elena Del Pozzo è diventata un angelo troppo presto. E’ stata strappata alla vita, ai suoi sogni, ai suoi amichetti, da colei che l’ha generata e che non ha saputo motivare il suo gesto. Elena avrà per sempre quasi 5 anni e con lei sono andati via il suo splendido sorriso, la sua contagiosa allegria, la sua vivacità.

La cronaca nera ci riporta alla memoria diversi casi di infanticidi, dal delitto di Cogne, in cui il piccolo Samuele Lorenzi venne ritrovato senza vita, con ferite profonde alla testa, nel lettone dei genitori, nella casa di Montroz, per il quale è stata condannata e già uscita per buona condotta la madre Annamaria Franzoni; a Loris Stival, ucciso anche lui dalla madre, Veronica Panarello, che sta scontando la condanna definitiva a 30 anni di carcere.

La lista è lunghissima e a metterci in guardia sulla diffusione dell’infanticidio è l’ultimo rapporto Eures, secondo il quale, tra il 2000 e il 2014, 379 figli sono stati uccisi da un genitore in Italia. Dati più recenti, ma non ancora del tutto aggiornati, parlano di quasi 500 bambini uccisi da una mamma o un papà. Sono dati allarmanti che, inevitabilmente, invitano alla riflessione.

Ma veniamo ad Elena Del Pozzo, il cui omicidio è agghiacciante. Ora dopo ora, emergono sempre nuovi, sconcertanti, dettagli su questo delitto che, inizialmente, era stato “spacciato” per rapimento. La madre della piccola, Martina Patti, casalinga 23enne di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania, aveva sporto denuncia di scomparsa ai carabinieri, parlando proprio di sequestro della figlia, da parte di 3 uomini incappucciati, di cui uno armato, all’uscita dall’asilo.

Ma la storia del sequestro è durata pochissimo perché gli inquirenti ci hanno messo poco a capire, in corso d’interrogatorio, che la versione della Patti non era convincente, tra stranezze e contraddizioni. Messa alle strette, ha prima indicato il luogo in cui era sepolto il corpicino della figlia, e poi ha confessato di essere stata lei l’autrice dell’infanticidio.